«C’era una volta…» Anzi, aspettate un attimo. Proviamo a ricominciare, magari con un’altra citazione classica anche se un po’ più cupa. «Tremate, tremate, le streghe son tornate». Ultimamente Hollywood sta producendo numerosi adattamenti delle favole del passato, ma niente a che vedere con ciò che il caro e buon Walt Disney avrebbe mai inserito nelle sue storie. Ebbene sì, il nuovo trend è decisamente lontano dal ‘vissero felici e contenti’ a cui siamo abituati da tradizione. Le favole di oggi sono più cupe, dark, gotiche e cattive. Pare che questi nuovi adattamenti abbiano avuto il via dopo il film I fratelli Grimm e l’incantevole strega (2005) di Terry Gilliam, dove avevamo a che fare con una Monica Bellucci in versione fattucchiera, e Matt Damon accompagnato dal compianto Heath Ledger che impersonavano i più famosi autori, in un non-biopic dove il popolo delle favole era piuttosto tenebroso; anche se, a ben vedere, potremmo far risalire l’origine della stirpe a Il mistero di Sleepy Hollow di Tim Burton, portato nelle sale nel 1999. Quest’ultimo fu, però, come una sorta di prova, un qualcosa da cui altri registi avrebbero magari preso spunto per i loro film negli anni a venire. A ogni modo, Burton sembra averci preso gusto con le favole, tanto da riportare sugli schermi la sua versione di Alice in Wonderland nel 2010, i cui personaggi sono decisamente più tenebrosi da quelli visti nel cartone di Walt Disney del 1951.
Cosa c’entrano allora le nuove fiabe con le vecchie? Non hanno niente a che vedere con quelle del passato, è ovvio, ma bisogna anche comprendere che non si rivolgono più a un pubblico di bambini, bensì a uno giovane formato da tutti quei teen ‘da botteghino’ che masticano popcorn e cinecomic, che amano sguazzare nel dark e nelle tenebre di quei film un po’ sanguinolenti che magari prendono spunto dai vecchi cartoni dell’infanzia. Capofila di questo nuovo filone è il Cappuccetto rosso sangue del 2011 con la bella Amanda Seyfried come protagonista e diretto da Catherine Hardwicke. Dopo la bionda cappuccetto che viene sedotta dal lupo, troviamo una Biancaneve guerriera interpretata da Kristen Stewart nel film diretto da Rupert Sanders del 2012, Biancaneve e il cacciatore, dove le ambientazioni cupe e tenebrose la fanno da padrone. Niente a che vedere con il film Biancaneve dove questa volta era Lily Collins ad interpretare la principessa dai capelli d’ebano, o con il più recente Il grande e potente Oz; in entrambi, sembra essere calata un po’ quell’atmosfera cupa e misteriosa aleggiante nei film che avevano avuto, sino ad allora, come protagonisti i personaggi delle favole. Un anno più tardi, però, sul grande schermo sono approdati Hansel e Gretel in versione cacciatori di streghe (da qui il titolo Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe), il cui compito è di proteggere il reame, arrivando anche a trucidare e affettare con straordinarie trappole queste creature malefiche (dando da vedere anche agli amanti del genere splatter).
A tutti questi titoli, in quello che sembra un nuovo genere cinematografico, va ad aggiungersi la pellicola di prossima uscita, con Vincent Cassel e Léa Seydoux, per la regia di Christophe Gans (Silent Hill, Il patto dei lupi), La Bella e la Bestia. Anche qui possiamo intravedere atmosfere che sono ben lontane da quelle che fanno parte dei classici trasposti al cinema. Abituati a vedere le favole come qualcosa di più destinato ai bambini, forse ora si sta anche restituendo loro la dimensione più adulta, quelle parti più tetre che fino ad adesso sono state loro negate.