Top Gun (davvero serve specificarlo?) è la storia di Pete Mitchell, alias Maverick (Tom Cruise), pilota di caccia F-14. Orfano: padre pilota morto in incidente (misterioso), madre morta poco dopo. Pilota d’incredibile capacità, è però un po’ refrattario alla disciplina. Con il suo compagno di volo Goose (Anthony Edwards) viene ammesso nella Top Gun, la scuola d’addestramento dei migliori piloti della marina. Qui fa subito colpo sulla bella istruttrice Charlie (Kelly McGillis). E viene preso in simpatia dal capitano Viper (Tom Skerritt), già commilitone di suo padre. Dovrà far valere le sue capacità di pilota, mettere da parte l’orgoglio e fare i conti col proprio passato e con le proprie paure per dimostrare di essere il migliore pilota di caccia della marina.
Top Gun 3D – Il giusto tocco che mancava per “sentire” il volo
Top Gun è uno di quei film che possiamo tranquillamente definire cult. Emblema dell’americanità, del singolo che, in barba alle regole, fa valere le proprie ragioni e capacità. Seguendo canoni da film passati, detta il canone per i film a venire. Gli anni ’80 hanno fatto scuola in questo senso. Discostandosi dall’impegno del decennio precedente, hanno formato la base per la maggior parte del cinema commerciale di oggi. Ritmi, strutture di trama, stereotipi caratteriali, spunti registici. Top Gun si inserisce in questa scia, insieme a cult come Rambo, Die Hard, Arma Letale.
Il 3D è una creatura strana. Nato negli anni ’50, ha avuto una fortuna discontinua. Riappare a momenti, provando a farsi valere, ma senza mai regalare in toto l’emozione che pretende di vendere. L’unione del 3D ai cult è un innesto che sembra inserirsi nel filone di reboot, remake, revival che sta affollando il cinema commerciale negli ultimi tempi. Oltre a Top Gun, siamo in attesa anche di Terminator 2.
Bisogna però ammettere che, in Top Gun, il 3D funziona. Se nei dialoghi e nelle scene “di terra” risulta pleonastico e artificioso, è nelle scene di volo – vero cardine del film – che ha il suo miglior effetto. Silhouette nere che si staccano con forza dal biancore di cielo e nuvole. La terra sembra davvero lontana. E anche nelle inquadrature dagli abitacoli, abbiamo una maggiore percezione delle profondità. Maggiore comprensione di quello che sta accadendo.
Per concludere…
In ogni caso, Top Gun è sempre un film che dà carica. Tom Cruise, abilissimo nella parte del “figo”, ci regala i suoi sfrontati colpi di testa con sorriso piacione e rombi di motori. Malgrado faccia spesso la figura dello stupido (e incompreso), ci ritroviamo a tifare per lui. Probabilmente solo perché siamo imbevuti di miti made in US, ma quel che conta è il risultato.