In uscita il prossimo 20 Aprile ecco in anteprima la recensione di “To Rome with Love“, il nuovo film di Woody Allen. Dopo il suo ultimo capolavoro Midnight in Paris, con il quale ha ricevuto l’Oscar (migliore sceneggiatura originale) Allen sembra aver voglia di fare meglio, scegliendo una delle location più importanti e belle nel mondo del cinema e non: Roma, con quattro storie per raccontare la Capitale fuori dagli schemi di tutti i giorni che la ritraggono ai telegiornali. To Rome with love diventa così un film fatto da Woody Allen ma soprattutto di Woody Allen, impregnandolo di quel suo stile, che lo ha reso celebre.
La storia ci mette in contatto con un architetto americano molto noto che rivive la sua gioventù, un borghese romano qualunque che all’improvviso si trova ad essere la massima celebrità di Roma, una giovane coppia provinciale e un regista americano di Opera lirica che tenta di far salire sul palcoscenico un impresario di pompe funebri cantante.
L’impressione non è certo quella d’essersi perso tra le strade della città eterna, ma addirittura riesce a renderla sua in quasi tutti gli aspetti: infatti per chi c’è stato almeno una volta a Roma, guardando il film noterà che quella ritratta non è uguale alla realtà, visivamente è quella, ma le dinamiche giornaliere abilmente dipinte non sono veritiere, magari lo fossero!
I personaggi sono semplici ma tanto reali da sembrarci quasi nostri amici di vita, troveremo i fidanzati di campagna (Alessandro Tiberi ed Alessandra Mastronardi) che dopo tanti ripensamenti scappano dalla loro Pordenone in cerca di quel pizzico di fortuna che è più propensa alla Capitale; Un volgare ma tantomeno latin lover con le donne (Antonio Albanese), facendosi aiutare dal nome della sua famiglia farà di tutto per accalappiarsi la malcapitata di turno; La famiglia passaguai (quella di Roberto Benigni) che fa sicuramente da capolino alla comicità italiana anni 80-90. Bello anche il coinvolgimento dello stesso regista all’interno della pellicola, impersonando un padre pensionato di una figlia prossima alle nozze, demoralizzato da una vita vissuta con troppi insuccessi, fin quando non avrà l’occasione tanto ambita…
Bravo, ma non brillante Roberto Benigni, manca la sua solita freschezza (ed eppure dovrebbe essere più felice dopo le dimissioni di Berlusconi!). Non tutti sanno che a doppiare Woody Allen nel movie è stato Leo Gullotta, desto lavoro nel sostituire il familiare Oreste Lionello.
Nonostante la divisione della critica (ma d’altronde con Allen è quasi sempre stato così) siamo soddisfatti di questa bella pellicola, risate sincere e clamori meritati che inviteranno sicuramente i lettori ad andare al cinema