Tartarughe Ninja: Fuori dall’ombra – Recensione

Tartarughe Ninja: Fuori dall'ombra - RecensioneIl secondo capitolo di queste nuove Tartarughe Ninja rispetta le aspettative. Basse.

Tartarughe Ninja: Fuori dall’ombra – ennesima nostalgia bambocciona in CG

Con l’aiuto di April O’Neill (Megan Fox, che pare pure lei realizzata in Computer Grafica), le quattro tartarughe adolescenti devono intervenire contro chi vuole liberare il loro arcinemico Shredder. Immancabile sequela di esplosioni (Michael Bay si fa sentire…). Ovviamente falliscono. Del resto, siamo solo a inizio film. Ogni scena è un ammicco per i (pochi) fumettari e i nostalgici del cartone animato anni ’80-’90. Cominciano i sensi di colpa e le accuse reciproche. Il saggio Splinter li redarguisce: solo quando saranno un gruppo potranno vincere. Non ci aspetteremmo mai che questo sarà il leitmotiv del film.

Nel frattempo Shredder riceve da Krang (cervello alieno tentacoluto dentro un robot) la proposta di raccogliere dei pezzi di un manufatto (che sembra uscito dai telefilm low-budget degli anni ’90), per portare lui e la sua arma – il Technodrome – nel nostro mondo. Per farlo, trasforma due criminali (Rocksteady e Bebopin un rinoceronte e un facocero antropomorfi. April scopre i loro piani e riesce ad impossessarsi del liquido alieno che ha permesso la trasformazione con l’aiuto del poliziotto appassionato di hockey Casey Jones (Stephen Amell). Qua a forza di ammiccare avran bisogno di un po’ di collirio. Si scopre che il liquido potrebbe trasformare i nostri eroi in esseri umani. Che fare? Screzi tra fratelli che, per il tentativo di dare una parvenza psicologica, cozzano contro le caratterizzazioni mono-espressive. Da qui in poi è discesa verso il gran finale  la noia.

E dunque?

Nessun colpo di scena. Nessun combattimento (film d’azione vuoto d’azioni…). Solo una sequela di gags infantili, da scorregge a battute ridicole (“cosa farebbe Vin Diesel?“), che tentano di riempire il vuoto d’idee e intenti. Regia stancante che (ancora) prova a puntare sul 3D. Recitazione inesistente. Forse godibile per i bambini, ma è meglio anche per loro andare a ritirare fuori la trilogia degli anni ’90.

Tartarughe Ninja – Fuori dall’ombra è l’ennesimo treno di terza classe con destinazione nostalgia. Almeno è colorato.

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