Per la prima metà Suicide Squad è piacevole. Per la prima metà. Frase che ormai la puoi applicare a troppi film degli ultimi tempi. Parte forte, con buon ritmo di colonna sonora e regia. Personaggi presentati bene, facce giuste, giusta cattiveria. Poi, si cade nel solito problema dei film con supercattivi: i supercattivi diventano supereroi. Nulla di che. Come se in ogni trama ci fosse un buco che solo un supereroe può colmare. Non viene costruita la storia sui personaggi, quanto piuttosto il contrario: i personaggi – buoni, cattivi o a metà – devono adattarsi alle esigenze del plot. Plot che è sempre la stessa identica scatolona con dentro poca, pochissima fantasia.
Suicide Squad – Occhio troppo sulla Marvel
Sparito Superman, la funzionaria governativa Amanda Waller (Viola Davis) mette insieme una squadra di supercattivi per combattere eventuali superproblemi che potrebbero presentarsi. Deadshot (Will Smith), assassino infallibile dal cuore di panna. Harley Quinn (Margot Robbie), prima psichiatra poi amante del Joker (Jared Leto). Incantatrice (Cara Delevingne), antico essere dagli enormi poteri che ha posseduto il corpo di un’archeologa, tenuto in scacco dalla Waller che ha preso possesso del suo cuore. Più altri personaggi comprimari che riempiono le scene. Brutto liquidarli in questo modo, ma il peso che hanno è effettivamente quello di tappabuchi.
Un po’ di verbosità frammista a una logica scricchiolante per convincere il Presidente ad approvare il progetto, ed è fatta. Inutile dirlo: Incantatrice sfugge al controllo della Waller e risveglia il suo antico fratello (comprimario CG), seminando morte e distruzione (e cercando di distruggere il mondo, tanto per cambiare). Entra in scena la Squad, ma con precauzioni: microbombe nel collo di ognuno che esploderanno alla prima mancanza di disciplina. Buon inizio dei cattivi che meditano come liberarsi dal giogo dei buoni. Che così buoni, in realtà, non sono. Però la sceneggiatura sballa i tempi canonici: già dalla prima scena d’azione si ha il senso di andare verso il combattimento finale. Qualche battuta di troppo che svela uno spirito Marvelloso estraneo all’atmosfera darkeggiante.
La Waller catturata dall’Incantatrice, e i nostri hanno la possibilità di mollare tutto. Si cerca di ribaltare le parti tra Male e Bene con retoriche da supercattivi non così cattivi. Ma lo si fa così goffamente che è difficile abboccare. Psicologie troppo abbozzate per essere convincenti. Gruppo unito verso il combattimento finale, dove la potentissima incantatrice attaccherà in corpo a corpo (???) la nostra Suicide Squad.
Per concludere…
Il film funziona fino a un certo punto, poi cigola. Troppi sguardi sulla Marvel, dalle battutine per strappare una risata, allo sgomitamento delle primedonne (Smith e Robbie), al senso moraleggiante e buonoso degli antieroi-eroi. Il film non cerca personalità, e in questo sbaglia. Rimane la sensazione di qualcosa buttato via nel momento in cui poteva avere davvero delle potenzialità.