Suffragette – Recensione: la lotta delle donne per la libertà

Oggi diamo per scontatto molto: chi sta scrivendo in questo momento la recensione di Suffragette, è una donna, e ha sentito nello stomaco molto, di questo film. Diamo per scontati molti nostri diritti, dal poterci muovere liberamente sull’autobus, al poter frequentare le persone che preferiamo, al poter dire la nostra in famiglia, avere potere decisionale sui figli. Sono una parte di noi, non un nostro possedimento, come lo sono i diritti fondamentali del decidere che cosa fare della nostra vita. Ma la verità è che non sempre è stato così… E lo siamo per un dato assodato. Così non è. Suffragette è un film impegnativo, che racconta una storia reale, di personaggi reali, attraverso il personaggio fittizio di Maud: una donna come tante, prima spettatrice, poi inconsapevole simpatizzante e infine in prima linea per combattere per un diritto basilare: se stessa. Maud lavora in una lavanderia, dove le donne quasi nascono e spesso muoiono a causa dei danni che qui subiscono, per il logoramento di un lavoro pesante, sotto l’occhio gravoso e talvolta laido di un padrone uomo, che vede le proprie dipendenti come un oggetto di possesso. Professionale, personale, sessuale. Ha un marito che la vede come madre e moglie, non come una testa pensante. Quando Maud sfiora il mondo della lotta per avere eguali diritti, il suo occhio cambia: lei stessa, che voleva restare inosservata, si trova di fronte alla possibilità di scegliere per se stessa: decidere di farlo è un cambiamento graduale, che passa per la crisi rapida di un matrimonio, per la perdita immediata di un figlio su cui non vanta alcun diritto in quanto lui è solo che proprietà legale del marito e padre, che esita poco all’idea di sottrarlo a lei. Suffragette è dolore. Dolore di una donna che è specchio di quanto ancora, nel ventunesimo secolo ormai iniziato da un po’, è negato in molti luoghi nel mondo, ma sottilmente sottratto anche in un “mondo occidentale” in cui si parla di quote rosa, affidamento dei figli, salario più basso per le donne, e molto altro. Nel film si ha uno spaccato di donne di alta società che rischiano la vita al fianco di quelle di classi inferiori, perché la lotta non è interna e intestina, ma è olte: è societaria a un livello successivo, che vede accanto medici che tali non possono essere in quanto donne e lavandaie, e molto altro. Il cast è d’eccezione. Spicca la semplicità di Maud è resa splendidamente da Carey Mulligan, Helena Bonham Carter rende i segni fisici e psicologici di Edith come qualcosa da poter sentire sulla pelle, tanto quanto il carisma di Emmeline Pankhurts è incarcato con la forza di un pugno da una Meryl Streep che non teme un ruolo che se pur marginale come presenza sullo schermo, è quello di incarnare un ideale e un desiderio.Suffragette è un film che va visto. Un’esigenza dallo stomaco, per non dimenticare mai la strada fatta e quanto ancora c’è da fare.

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