Star Wars VII: Il Risveglio della Forza – Recensione

Era il film più atteso di tutto l’anno, chiacchierato, aspettato, voluto, ma finalmente, il giorno tanto atteso è arrivato: Star Wars VII – Il Risveglio della Forza è finalmente arrivato sui grandi schermi. Luci spente in sala ancora una volta per quel: “tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…” e quell’insostituibile musica composta nel 1977 da John Williams, mai così magica e piena di suspense. È l’inizio della nuova trilogia di un colosso immortale ed eterno.

Diretto da J.J. Abrams, hanno partecipato alla sua realizzazioni Harrison FordMark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, Andy Serkis, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Peter Mayhew Max von Sydow.

Le prime scene sono già piene di adrenalina dove viene mostrato il pilota della Resistenza Poe intendo ad affidare al drone BB8 una mappa stellare, proprio durante l’attacco delle forze della Primo Ordine (che ha sostituito l’Impero) con l’intento di impossessarsi di quell’informazione, l’unica che permetterebbe di arrivare a Luke Skywalker. Il lato oscuro della forza, qui è rappresentato da Kylo Ren, che nascosto da una maschera nera, agisce con l’intento di terminare il lavoro iniziato anni prima da Darth Vader e distruggere la Repubblica. Ad ostacolarlo, però, ci saranno Rey, Finn, e lo stesso Han Solo.

Decidere di girare un altro episodio di una saga con un nome così forte, non è un’impresa facile, e può essere è un’arma a doppio taglio, molti sono i pericoli, le insidie e le aspettative, che, se anche un minimo vengono deluse, possono condannare il più grande dei lavori all’oblio. Qui, J.J. Abrams, però, confeziona un prodotto stupefacente da tutti i punti di vista, riuscendo a non cadere nel banale e ad aggiungere nuovi tasselli, senza però dimenticare le origini. È una formidabile fusione tra il nuovo ed il vecchio, dove numerosi sono gli elementi e i riferimenti a quel Guerre Stellari del 1977, fortuna di George Lucas, che ritornano, ma, incastrandosi alla perfezione riescono a regalare emozioni così conosciute e nuove allo stesso tempo (basti pensare alla stessa missione del droide BB8, che deve consegnare un’informazione importante ai Ribelli, un po’ come quella di R2-D2, intento a portare un messaggio al maestro Obi- Wan).

Le stesse tecniche di regia, come il montaggio, è l’esempio lampante di come il presente si sia intrecciato con il passato, quest’ultimo infatti, è un perfetto connubio tra le inquadrature sgranate o lo zoom improvviso, tipiche tecniche usate da J.J. Abrams e lo stacco improvviso, senza dissolvenza, da una sequenza ad un altra, usato più volte da Lucas.

Ogni frame è scandito da un colpo di scena o da un piccolo sussulto, che mantiene letteralmente incollato lo spettatore alla poltrona, il quale, senza rendersi conto del tempo, segue instancabilmente e con attenzione, anche quei piccoli momenti di ilarità, che sono una delle vene pulsanti della pellicola, ora con Han Solo, ora con gli Storm Trupper o con chi ce sia. Sapiente è, inoltre, l’equilibrio tra le scene d’azione, forti si, spettacolari senz’altro, ma mai eccessive, e dosate bene, in maniera tale da non rimanere stucchevolmente indigeste a chi le ammira.

Ottima la prova del cast in generale, dove i personaggi, più vari e più vasti rispetto ai precedenti film, ha ognuno un suo elemento caratterizzante, anche Adam Driver, nei panni del cattivo Kylo Ren, si destreggia molto bene, nonostante in alcune sequenze appaia, forse, troppo macchinoso e rigido. Fra tutti però, giganteggia, nella sua prova, Harrison Ford, che mai come adesso, con qualche acciacco ed anno in più, è ancor più pungente e calzante con il suo Han Solo e la sua incredibile verve.

Un continuo climax dal sapore vintage, che ha voluto regalare alle nuove generazioni quello stesso stupore del passato, senza però intaccare la propria identità. Seppur location e ambientazioni sono simili ai precedenti episodi, queste, non riescono a compromettere la bellezza del nuovo, e non possono non far riscoprire, anche ai più grandi, la gioia di rivedere per la prima volta Star Wars.

Non spaventatevi se sentirete pronunciare Han Solo o Leia, invece che Jan e Leila, si è solo decisi di usare i nomi originali creati da George Lucas.

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