Skylight: National Theatre Live – Recensione

Dopo il successo di pubblico e critica della scorsa stagione, Nexo Digital si prepara a portare nelle sale italiane 4 grandi spettacoli direttamente dai più prestigiosi palcoscenici del National Theatre.

Il programma National Theatre Live esordirà il prossimo martedì 3 febbraio con la commedia live dal West End di Londra Skylight di David Hare, proseguendo ancora con Of Mice and Men (3 marzo) tratto dal libro di John Steinbeck, Medea (7 aprile) ed infine Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte (5 maggio) basato sul romanzo di Mark Haddon (qui un articolo in merito ai singoli spettacoli e all’iniziativa di Nexo Digital).

Vincitore dell’Olivier Award come Miglior Testo Drammatico, Skylight esplora la complessa e drammatica relazione tra Tom e la sua ex-amante, la maestra di scuola Kyra. Durante un inaspettato incontro, che durerà l’arco di una sola notte, si riaccenderanno in loro sia la passione erotica di un tempo che le differenze ideologiche, unite ad un senso di colpa schiacciante che li porterà ancora una volta ad una separazione lacerante e allo stesso tempo inevitabile.

Controverso e discusso autore di 29 opere teatrali, 17 delle quali presentate proprio al National Theatre, David Hare ha lavorato anche in ambito televisivo e cinematografico sceneggiando pellicole come The Hours, The Reader, Page Eight, Turks & Caicos e Salting the Battlefield. 

La scenografia, algida e visivamente accurata così come il sonoro (interessante l’ulteriore denotazione sociale dell’appartamento tramite la realizzazione, sullo sfondo, di una facciata apparentemente animata di un edificio popolare), è realizzata dallo storico collaboratore del National Theatre Bob Crowley (oltre 20 produzioni), mentre la regia è stata affidata al regista cinematografico Stephen Daldry, alla quinta collaborazione con David Hare e noto per tre lungometraggi valsi tre nomination all’Oscar come Miglior Regista (Billy Elliot, The Hours e The Reader – A voce alta).

Sul palcoscenico Carey Mulligan (An Education, Shame, Il grande Gatsby, A proposito di Davis) nei panni di Kyra Hollis e Bill Nighy (il Davy Jones de Pirati dei Caraibi e Viktor della saga di Underworld) nel ruolo di Tom Sergeant. Ad affiancare i due attori nella parte più marginale di Edward, figlio di Tom, Matthew Beard (An Education, The Imitation Game, Posh).

Skylight è forse l’opera più assiomatica e concisa di David Hare, sicuramente la più significativa ed un piccolo classico alla luce del successo che continua a riscontrare dopo ben 20 anni dal suo esordio nel lontano maggio 1995 (alla regia Richard Eyre mentre i ruoli principali furono interpretati da Michael Gambon e Lia Williams). Un dramma struggente, romantico ma carico di humour, in cui le vite e le problematiche di due singoli individui vengono indagate e scrutate per creare nessi collettivi e comuni.

Aggressivo, possessivo e con manie di controllo il personaggio di Tom, interpretato per una seconda volta dopo la messa in scena del 1997, da un Bill Nighy che propone un’interpretazione istrionica e fisica segnata da una forte gestualità ed interazione con gli oggetti di scena. Al suo esordio presso il West End di Londra, Carey Mulligan interpreta invece un personaggio popolare, dimesso e umile. Un conflitto personale e domestico che diventa sintomatico e specchio di una conflittualità sociale, culturale e politica.

Il personaggio di Tom è il tipico self-made man di destra, sessista e maschilista, proprietario di una catena di ristoranti ed imprenditore di successo. Kyra rappresenta invece la sinistra radicale, una devota insegnante di matematica pronta a sacrificare aspirazioni più rosee per dedicarsi a studenti in difficoltà, una donna che fugge l’informazione mediatica preferendo un’immersione nelle situazioni della sua realtà quotidiana, a tratti degradante, dallo spoglio e gelido appartamento di un quartiere malfamato fino alla scuola dell’East End di Londra dominata da furti, violenze e rapine. Lo stesso Hare, nella pausa di intermezzo, ci ricorda come l’opera non per nulla sia stata scritta e sia ambientata nei primi anni 90, verso la fine di un’era politica, quella thatcheriana, segnata dalla vittoria del privato sul pubblico, dell’individualismo sul pansindacalismo, dell’imprenditore sull’impiegato pubblico, sull’infermiere, sull’insegnante. Una condizione non troppo distante dall’epoca contemporanea in cui tale opera viene riproposta.

David Hare, malgrado le sue chiare posizioni politiche, non risparmia tuttavia alcun personaggio proponendoci da un lato un uomo carismatico che facilmente strapperà qualche sorriso agli spettatori e, contemporaneamente, una donna che dietro al velo dell’impegno sociale cela, forse, il rinnego per un altro tipo di impegno, quello amoroso, quello relazionale. Perché oltre allo spirito sociale, o politico, o ad un generale conflitto tra pragmatismo ed idealismo, Skylight è un dramma sentimentale, esistenziale, di un amore impossibile.

Per scoprire sul grande schermo Skylight, l’appuntamento – in lingua originale e sottotitolato in italiano – è per martedì 3 febbraio nei cinema italiani (elenco delle sale su www.nexodigital.it) dove sarà possibile immergersi per un giorno nel cuore dell’atmosfera londinese e delle sue magnifiche performance teatrali con cast di star del cinema.

Articolo di Alex Zambernardi

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