She’s Funny that Way, Recensione – Da Allen ad Anderson

Una Midnight in Paris in un Budapest Hotel.
She’s Funny that Way, che porta Peter Bogdanivich a prendere in mano la regia, potrebbe riassumersi con la frase di cui sopra.
La commedia presentata fuori concorso al Festival di Venezia, che continuiamo a seguire direttamente dalla città della Laguna, ha sorpreso tutti; forse perché non si vedeva una commedia tutta risate da chissà quanto tempo nella laguna veneta.

Dalla Parigi di Allen ci si sposta nella zona di Broadway, New York; un film che pone dei rimandi ai film degli anni ’40, riferimenti a miti del cinema come Cary Grant e Kathrine Hepburn, come forse non si vedevano da tempo.
Durante una seduta da una psicologa, la escort Isabella, (Imogen Poots) che si definisce musa, racconta di come una sera venne una sera contattata da un biondo quarantenne, Arnold Albertson (Owen Wilson); vuole convincerla a diventare un altro tipo di persona, una donna onesta e che non si prostituisca più, per seguire la carriera di attrice.
In cambio avrebbe 30.000 dollari.
La commedia comincia a dare escandescenze quando Isabella si candida per essere provinata per il ruolo di prostituta, non sapendo che il regista dello spettacolo sia lo stesso Arnold; il tutto sotto gli occhi della moglie di lui, che ne è una della protagoniste.

Tra investigatori privati sessantenni, genitori ossessivi, la psicologa che avrebbe bisogno di essere esaminata lei stessa e giri di squillo, il tutto viene coinvolto in un finale felice, con un cameo finale inaspettato.

Una commedia mai villana e spudorata, ma ben dosata e con ironia a go go; come già detto, Allen + Anderson (che non a caso ne è uno dei produttori esecutivi).
Le interpretazioni sono tutte ottime; da Owen Wilson e Jennifer Aniston, che si riconfermano due dei pioneri dei film commedia (dopo aver dato prova di essere perfettamente in grado di interpretare ruoli anche drammatici) all’ottima prova di Imogen Poots e Rhys Ifans, a cui riesce sempre bene la parte del “disadattato” (vedi Notting Hill e il sig. Lovengood in Harry Potter e i Doni della Morte).

Una commedia che spizza risate da ogni fotogramma e di cui se ne sentiva la nostalgia.
Valutazione complessiva: 4 su 5!

Articolo di Mara Siviero

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