Alla Mostra del Cinema di Venezia, è tempo di biopic.
Dopo Il Giovane Favoloso di Mario Martone, viene oggi presentato Pasolini di Abel Ferrara, come Willem Dafoe nei panni di Pier Paolo Pasolini, Ninetto Davoli, Valerio Mastandrea e Riccardo Scamarcio.
La pellicola, che prende in considerazione gli ultimi 3 giorni di vita di Pasolini, prima che venisse brutalmente ucciso tra il 1° e il 2 novembre 1975, ha completamente infranto le aspettative.
Se gli ultimi 3 giorni di vita di Pasolini (che si autodefinisce scrittore, a dispetto di tutti quelli che lo indicano come regista, sceneggiatore, di tutto e di più), rispecchiano quelli realmente documentati, ovvero il fatto che avesse in mente di girare un altro film, e quando incontra Pino Pelosi alla stazione termini, che uccide brutalmente Pasolini con la macchina di lui sulle spiagge di Ostia (non è ancora chiaro ad oggi se fosse da solo o in gruppo; in questa pellicola viene delineato lui come il colpevole principale e il suo gruppo di delinquenti come secondari per l’uccisione) la pellicola non regge dal lato della realizzazione complessiva.
Buono il tentativo di Abel Ferrara nel rendere le inquadrature affidabili a quelle di Pasolini e anche l’inserimento di piccole inquadrature di un paio di suoi film, ma delude sia dal lato propriamente incisivo (per dirla in soldoni non viene bucato lo schermo) e dal lato recitativo.
Ci si dovrebbe aspettare una totale recitazione in lingua italiana, che Dafoe parla molto bene (è sposato con la regista e attrice italiana Giada Colagrande), ma che invece viene sostituita solo per Willem con una interpretazione in lingua inglese; tra le interpretazioni più incisive, vi sono sicuramente quelle di Ninetto Davoli, nei panni di Eduardo de Filippo, e di Adriana Asti che veste invece quelli della madre di PPP (entrambi hanno fatto parte della vita del maestro Pasolini).
Se è pur vero che il film è un film, come dice Ferrara, e non un documentario su Pasolini che richiederebbe ben oltre l’ora e mezza di pellicola, e che l’intento è quello di produrre una sorta di inchieste letteraria, dove ci si è basato sui suoi scritti e altro materiale autentico, non si possono mettere le mani davanti nel dire che una persona del genere, la si interpreta solo basandosi sulle sue riflessioni, somiglianza fisica di Dafoe, impressionante, a parte.
Un film che, accolto con giusto un paio di applausi alla fine, e con un Mastandrea e Scamarcio che sembrano capitati lì per caso, ha cercato di dare l’ennesima versione sulla tragica morte di Pasolini, seppur forse in altra maniera, e che sarebbe subito da dimenticare.
Le alte aspettative sono state tragicamente abbattute; non un film per celebrare un Pasolini che avrebbe 92 anni e a 40 dall’uscita de Il Vangelo secondo Matteo.
Oltre a Venezia, il riscontro con il pubblico si avrà il 25 settembre, data di uscita della pellicola.
Valutazione complessiva: 1 su 5!
Articolo di Mara Siviero