Recensione Io Sono Tu Giovedì 8 agosto esce nelle sale italiane Io sono Tu, l’ultima commedia del giovane regista Seth Gordon dopo il successo di Tutti Insieme Inevitabilmente (2008) con Vincent Vaughn e Reese Whitterspoon. É la storia di una truffa ai danni dell’onesto Sandy Bigelow Patterson (Jason Bateman), uomo d’affari, padre e marito devoto. Recandosi al lavoro una mattina scopre che la sua carta di credito non ha fondi sufficienti per un pieno di benzina. Come se non bastasse, la polizia della Florida lo ricerca come fuggitivo, ma lui in Florida non c’è mai stato. Ci deve essere un errore! Scopre quindi di essere vittima di un furto di identità. Per chiarire la sua posizione con la polizia che, fino a prova contraria, lo ritiene colpevole di tutti i reati commessi dalla sua “omonima” (sì, si tratta di una donna che si beffa di un uomo dal nome unisex!) parte alla ricerca di Diana (Melissa McCarthy), la fonte di tutti i suoi guai. Mentre Sandy è sulle sue tracce, la donna si dà alla pazza gioia. L’incontro tra i due è epico, così come il viaggio di Sandy dalla Florida al Colorado con la donna al seguito. Lungo la strada Sandy scopre che Diana non è poi quella mascalzona che tutti pensano che sia. E allora alla fine cosa farà? La consegnerà nelle mani della polizia? Riuscirà a scagionarsi? La polizia arresterà Diana? O Diana la farà franca un’altra volta? Il finale non è poi così scontato.
Recensione Io Sono Tu: in sintesi
Il film nasce come una commedia, ma ha tutti i tratti del dramma. Sì, perché tra una gag mal riuscita e l’altra, la pellicola mette in luce uno dei crimini in più forte ascesa negli Stati Uniti e non solo, quello del furto di identità. Basta un nome, la data di nascita, il numero della Previdenza Sociale, un falsificatore di documenti e carte di credito e il gioco è fatto. Diana (sarà poi il suo vero nome?) è Sandy!…ma Sandy non è Diana! Il pubblico ridacchia di fronte alle sventure della vittima, che ha perso tutto persino la speranza, e di fronte ai danni compiuti dalla corpulenta malfattrice, ma in realtà non c’è nulla da ridere. Anche per questo forse il film a parte qualche raro momento di ilarità non induce ad una sana ed irrefrenabile risata. Peterson e McCarthy, entrambi con una lunga carriera televisiva alle spalle (Gilmore Girls per lei e Arrested Developmente per lui) piuttosto che una lunga serie di successi nelle sale, deludono la platea. Il ritmo del cinema non è nelle loro corde. La ripetizione di gag che alla TV diventano il tratto distintivo di un personaggio, come Diana che sferra pugni alla gola delle sue vittime per difendersi, non convincono al cinema. Una volta fa ridere, la seconda anche, ma alla terza quella manata diventa noiosa. Ripetitivo, ma dal ritmo incalzante, Io Sono Tu e’ il film da guardare in una calda e fiacca serata d’agosto. La sceneggiatura non sarà delle migliori, ma per gli appassionati di corse sfrenate e roccambolesche, schiaffi e pugni, automobili e tir che si schiantano ed esplodono, non c’è niente di meglio.