Mi mancava Tim Burton. Sentivo la nostalgia dello stile che ormai tutti conosciamo e in molti amano: guardando un suo film vedi che è suo, a prescindere dal genere cinematografico. Sono le atmosfere che urlano “Siamo uscite dalla testa di Tim Burton!”. Guardate James e la Pesca Gigante, Batman Returns, Ed Wood o Edward mani di forbice. Sono imperniati di atmosfere gothic tipiche di Burton. Il visionario regista non ha mai perso questa sua particolare visione della fotografia e delle immagini: anche in Alice in Wonderland e in Dark Shadows sono presenti. Ma dal 2007 (anno in cui è uscito il musical/dark Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street) nei lavori di Tim Burton sono mancate le basi: bellissime immagini, particolari, folli e inaudite ma senza una storyline abbastanza forte a reggere il tutto. Il film su Alice nel Paese delle Meraviglie? È stata quella che si dice “un’americanata”: effetti speciali come se piovesse ma il pezzo forte della storia sono proprio quelli, non è più una storia che sconvolge per come è stata scritta ma deve colpire esclusivamente la vista, gli spettatori rimangono stupefatti per ciò che vedono, non per ciò che sentono. Dark Shadows? Da una serie tv (anzi: soap opera) trarre un film è così complicato, si mettono insieme anni e anni di storie in due ore al massimo. Il tempo della pellicola non ha favorito il film: bellissime le immagini, divertenti le battute ma mancava una trama ben strutturata e i personaggi avevano tutti pochissimo spazio. Ora con Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali (Miss Peregrine’s Home for Peculiar Children) Burton ci riprova e a tratti ci riesce.
La storia narra di Abraham “Abe” Portman (Terence Stamp) che per anni ha raccontato storie al nipote, Jacob “Jake” Portman (Asa Butterfield) sulla sua vita, passata a combattere mostri raccapriccianti e sulla sua infanzia durante la Seconda Guerra Mondiale passata nella Casa per bambini speciali di Miss Peregrine sulla costa del Galles. I bambini residenti della casa e la loro direttrice, la signorina Alma LeFay Peregrine (Eva Green), possiedono abilità uniche e sono conosciuti come “Peculiars”. Dopo un’esperienza tragica Jake andrà nel Galles e scoprirà che le storie del nonno erano tutte vere. Conoscerà la Direttrice, Miss Peregrine e i suoi Bambini Speciali: Emma, che è più leggera dell’aria, Enoch che rianima i morti e gli oggetti, la bimba super forte, quella con una bocca sulla nuca, i gemelli sempre mascherati, il bambino che ha delle api nella pancia… Ma una minaccia sta per sconvolgere le vite dei Bambini Speciali e la loro tranquillità nella casa di Miss Peregrine: Jake riuscirà ad aiutarli nella lotta?
Le atmosfere sono quelle di Burton: il film che per la maggior parte del tempo si svolge su una desolata isola in Galles mantiene un clima uggioso (l’Inghilterra si sa, non è il regno del sole), oscuro e mai sereno. Perfetto: è proprio il posto giusto in cui mettere una specie di orfanotrofio! La casa per bambini speciali poi è indietro nel tempo (guardando il film capirete a cosa mi riferisco) e quindi i suoi abitanti sono assolutamente al di fuori degli anni 2000 per quanto riguarda atteggiamento e vestiario: abbiamo personaggi dotati di poteri che vestono alla vecchia maniera, siamo quasi (quasi) nello steam-punk, nel neo gotico, insomma le scenografie e i costumi nella loro particolarità si fanno notare, come è tipico di Burton.
Gli attori del film sono perfetti nei loro ruoli: Asa Butterfield interpreta Jacob “Jake” Portman e la sua interpretazione di un ragazzo fisicamente poco prestante, diverso dai suoi coetanei ma che non ci pensa due volte a fare l’eroe è azzeccata, da grande c’è già chi pensa che possa prendere il posto di Deep nel cuore dei fan che amano quelli diversi, gli attori che interpretano film alternativi, strani. Eva Green è fantastica, come lo è sempre, vederla fumare una pipa e interpretare un ruolo autoritario, quasi, quasi, materno è adorabile. Ella Purnell, Emma, ricorda l’emaciata Mia Wasikowska di Alice in Wonderland, ed è adatta al ruolo di ragazza stramba che vuole proteggere gli altri strambi (e che inevitabilmente ha il cuore spezzato ma farà cadere le sue difese in favore del buon protagonista). Samuel L. Jackson, che interpreta il cattivo è molto credibile, tuttavia gli si poteva dare più spazio (il suo aspetto nel film è inquietante!).
Tim Burton è riuscito a tornare quello che era? Si e no. Il film è meno scenico dei soliti blockbuster sui super poteri e ritornano in modo più coinvolgenti le atmosfere tipiche del regista. Atmosfere che, notatelo, vanno dalle ambientazioni ai costumi dei personaggi, comprese acconciature e trucco, niente viene lasciato da parte, niente di ciò che vediamo non viene dalla mente creativa di Burton. Ma il film ha anche dei difetti: la trama è a tratti debole, sconclusionata e poco coerente. Si passa dall’essere intrigati per capire i misteri della Casa per Bambini Speciali a dover combattere il nemico. Non c’è spazio in realtà per entrare davvero in quella Casa e sciogliere la complicata trama. Bel film, idea fantastica, attori adatti (Eva Green nuova musa di Burton?), immagini favolosamente Burtiane ma trama un poco povera e troppi effetti speciali e lotte che sembrano a volte il fine ultimo e unico del film.
Ps: i gemelli sono ciò che più ricorda che il film è targato Burton!