Presentato all’ultimo festival di Cannes (dove ha vinto il Grand Pirx), il film di Matteo Garrone è qualcosa di molto diverso da “Gomorra“, titolo con cui il regista romano si fece notare anche all’estero. Se il film tratto dal libro di Roberto Saviano affondava lo sguardo in un mondo distorto ma incredibilmente reale,“Reality“ è la finzione artificiosa e artefatta del mondo televisivo che si incista nella realtà, mandandola in frantumi. Di là, l’Incredibile veniva smascherato come reale, qui l’Irreale viene mascherato di credibilità.
Questo perlomeno (diventare un concorrente del Grande Fratello, cambiare vita, passare da anonimo a star) è ciò che pensa e che sogna il pescivendolo Luciano (Aniello Arena), uomo comune che arrotonda gli incassi facendo piccole truffe legate alla vendita a domicilio di un “robottino” mille usi per la cucina. La moglie Maria (Loredana Simioli) e i parenti stretti lo assecondano nella sua piccola illusione di finire sotto i riflettori: d’altronde Luciano ama travestirsi e recitare ai matrimoni di amici e conoscenti, e si sente tagliato per lo spettacolo. “Sei un personaggio”, gli dice il barista all’angolo. E lui ci crede. Un giorno, Luciano ha l’occasione di sostenere i provini del Grande Fratello in un centro commerciale fuori Napoli e, con sua sorpresa, passa la prima selezione. Da questo momento, l’uomo resta vittima di un incantesimo (rimarcato da una colonna sonora fiabesca, di Alexandre Desplat, e dall’uso di costumi e colori circensi, diciamo pure felliniani, di Maurizio Millenotti): convinto che “entrerà nella Casa”, la sua percezione della realtà muta irrimediabilmente, distorcendo il rapporto con la moglie, gli amici e l’intero mondo circostante.
Trama Reality: Il napoletano Luciano, trentenne sposato e con due figli, gestisce una pescheria insieme ad un cugino e per arrotondare mette in atto piccole truffe insieme alla moglie Maria. Luciano, però, ha un sogno: partecipare a un celebre reality show. Il suo desiderio si trasformerà ben presto in una vera e propria ossessione che gli farà credere di vivere una realtà distorta, mettendo in serio pericolo gli equilibri familiari e la sua stessa esistenza. Riuscirà a evadere da questa realtà contraffatta e tornare alla normalità?
Il Grande Fratello comincia da quel maledetto provino, e assume, purtroppo per lui, contorni orwelliani: l’uomo si sente spiato da “osservatori” del programma tv, che potrebbero giudicare la sua condotta morale ai fini della selezione. In attesa del successo che ritiene ormai scritto nel proprio destino, Luciano fa, per di più, scelte economiche avventate. A rassicurarlo, c’è anche l’illusione di poter far valere un rapporto assolutamente superficiale con un ex concorrente del Gieffe diventato “star”, Enzo (Raffaele Ferrante), non a caso simbolicamente molto somigliante a lui. La parte di sé che ce l’ha fatta è lì, davanti ai suoi occhi, in carne ed ossa, e Luciano pensa che finalmente ora tocchi a lui.
“Dopo Gomorra, volevo cambiare registro e fare una commedia”, ha affermato Garrone. Ma a dire il vero c’è poca commedia in questa grottesca tragedia molto condizionata da un’impostazione “ideologica” e politicamente corretta. Non vi è nulla di nuovo e inedito, infatti, nella morale che Garrone propone in “Reality”: con uno spietato sguardo a dire il vero un po’ classista, il regista romano mostra un’umanità plebea e volgarissima, resa ancora più volgare da quello strumento demoniaco e strappa-anima che è la televisione. “Luciano è un Pinocchio tentato dal Mondo dei Balocchi”, ha affermato Garrone e questo appare indubbiamente vero attraverso lo sguardo sognatore e disarmato (perfetto) di Aniello Arena: a proposito lui, ergastolano nel carcere di Volterra, come tutti gli attori del cast i è stato scelto e condotto con mano egregia da Garrone, e difatti la naturalezza delle situazioni è impressionante. Arena sembra evocare, nei tratti somatici, una versione distorta di Totò: un Totò disarmato, con una luce infantile negli occhi, senza uno scudo di ironia a proteggerlo dalle insidie della vita. La storia, però, dopo la canonica ora in cui viene dipinto il mondo di Luciano e sviluppato il suo “incantesimo” televisivo, si affloscia nel prevedibile. Resta, comunque, la firma stilistica molto originale di un regista abile nella narrazione per immagini e nei movimenti di macchina.
Recensione di Ferruccio Gattuso, grazie a YCinema.
Reality
Regia: Matteo Garrone
Cast: Aniello Arena, Loredana Simioli, Raffaele Ferrante
Distribuzione: 01 Distribution
Uscita nelle sale: 28 settembre