L’annuncio che Sofia Coppola avrebbe realizzato un biopic su Priscilla Presley, a distanza di pochi mesi dal bombastico “Elvis” di Baz Luhrmann, è stato accolto con entusiasmo come un regalo inaspettato per tutti gli amanti del cinema. La possibilità di esplorare il lato della storia che il film di Luhrmann ha completamente trascurato era un desiderio per molte persone, in particolare per il pubblico femminile e LGBTQ+. Con la capacità dimostrata da Coppola di dare il suo tocco unico a biografie di icone storiche, c’era molta attesa. Tuttavia, il risultato finale è un po’ deludente. Questo biopic poteva essere straordinario, un omaggio divertente ma malinconico alla glorificazione degli uomini che vivevano vite duali. Invece, Coppola sceglie la strada sicura, offrendo una raccolta frammentata degli alti e bassi di un matrimonio tossico, senza approfondire ulteriormente.
Recensione Priscilla Presley: Il Lato Oscuro di una Icona Rock nel Biopic di Sofia Coppola
La sceneggiatura, basata sulle memorie di Priscilla intitolate “Elvis and Me”, segue una struttura di biopic molto convenzionale. Seguiamo Priscilla (interpretata da Cailee Spaeny) dal suo primo incontro con Elvis (Jacob Elordi) in Germania fino al momento in cui si rende conto di poter finalmente vivere senza di lui, oltre un decennio dopo. La giovane Priscilla, all’epoca solo quattordicenne, vive una vita solitaria in Germania, dove suo padre è di stanza. Non ha amici e passa le sue giornate dopo la scuola bevendo tristemente milkshake. La sua vita prende una svolta quando un soldato la invita a una festa a casa di Elvis Presley. È la prima volta che prova eccitazione da un po’ di tempo. Elvis, circondato da adoratori e amici, si innamora subito della giovane Priscilla. Vuole continuare a vederla, ma i genitori glielo proibiscono. “Ti prego, non rovinare la mia vita”, dice Priscilla disperatamente, come se la sua stessa esistenza dipendesse da quell’incontro.
Un viaggio nella tormentata relazione tra Priscilla e Elvis: un biopic che rivela il lato oscuro di una celebrità leggendaria
La loro infatuazione cresce fino a quando Elvis deve tornare negli Stati Uniti, alla sua celebrità. La chiama quando gli va bene, finché smette di farlo e Priscilla è disperata. Poi la invita a Graceland, in prima classe, come se i mesi precedenti di silenzio non fossero mai esistiti. Lei si trasferisce a Graceland a tempo pieno, prevista per adattarsi alla sua vita come a lui piace. Il film riesce abilmente a sfumare il confine tra Elvis come amante e figura paterna: “Prometto di iscriverla in una buona scuola cattolica”, dice in modo inquietante a papà di Priscilla. A Graceland, Priscilla si rende conto di non essere l’unica persona che vede Elvis come il centro del loro mondo. Da lì, assistiamo alla trasformazione della loro relazione appassionata in tradimenti, gaslighting, abuso e tossicità.
“Priscilla” non aggiunge sfumature al biopic, è una rappresentazione abbastanza convenzionale di un adattamento da un libro di memorie. La narrazione va solo oltre le pagine. Presenta scene dopo scena di Elvis che corteggia Priscilla, per poi controllarla in ogni aspetto, dall’acconciatura ai vestiti al trucco. Mentre Elvis assume sempre più sostanze stimolanti e depressivi, diventa aggressivo fino a quando anche il minimo sussurro di Priscilla lo porta a lanciare una sedia contro il muro a pochi centimetri da lei. Ma poi la avvolge tra le braccia e le dice che l’ama, mentre lei è quasi immobile per lo shock. Questi sono momenti potenti, specialmente quando l’anno scorso abbiamo visto un Elvis presentato come un eroe più grande della vita. Coppola smonta con successo l’immagine di un uomo che è stato sempre rappresentato come una leggenda o una vittima del sistema di Hollywood.
Il “Colonnello” alias Tom Parker è solo menzionato e non compare mai (ma il trauma causato dall’accento di Tom Hanks rimarrà per sempre nella mente del pubblico). Questo è il punto di forza di Priscilla, ma avrebbe potuto essere di più. Questo film avrebbe dovuto raccontare la storia di una giovane ragazza plasmata da una rockstar e poi costretta a una vita priva di indipendenza o agenzia. La sua storia non è mai stata raccontata, quindi questa era un’opportunità per immergersi realmente nella psiche di una donna intrappolata in un matrimonio ingannevolmente glamour. Tuttavia, Priscilla rimane comunque un mistero. Sviluppiamo empatia nei suoi confronti non perché la comprendiamo, ma perché la vediamo attraversare situazioni terrib