Philomena – recensione in anteprima

Il 19 dicembre vedremmo nelle sale italiane “Philomena” di Stephen Frears con Judi Dench nella parte di Philomena Lee. Un film straordinario, dai toni drammatici alleggeriti da una spruzzata di humor in una miscela che rende quest’opera brillante e commovente. Per chi ancora non lo sapesse si tratta di una storia vera, che è stata raccontata nel libro “The Lost Child of Philomena Lee”, di Martin Sixsmith (come vi avevamo accennato qui).

La protagonista è dunque Philomena Lee che nel 1952 è un’adolescente che rimane incinta di un ragazzo conosciuto ad una festa. Orfana di madre, Philomena vive con il padre che si vergogna a tal punto della figlia da spedirla in un convento che accoglie “per carità” ragazze-madri. In cambio di tale accoglienza e molto approssimative cure, le ragazze devono lavorare e possono vedere i propri figli solo per un’ora al giorno. La nota dolente è che il convento non è spinto all’accoglienza delle ragazze per spirito cristiano ma da ragioni remunerative: i bambini partoriti nel convento vengono venduti a ricche famiglie americane; madri e figli che non sopravvivono al parto vengono seppelliti nel cimitero del convento. La stessa sorte tocca al figlio di Philomena, Anthony. Ma Philomena non si è mai arresa e cinquant’anni dopo, oppressa dai sensi di colpa, decide di mettersi alla ricerca del figlio perduto. Capita per caso sulla sua strada Martin Sixsmith un giornalista ateo, cinico e poco interessato ai “casi umani” ma anche in declino e perciò costretto ad accettare di scrivere la storia di Philomena, aiutandola a ritrovare suo figlio. Purtroppo per Martin e Philomena la strada è molto in salita e sovente interrotta da muri di silenzio.

Philomena è un film davvero splendido. Molto profondo e molto sentito. Tutto ruota intorno al tema del perdono, del finto perbenismo e delle sconsiderate azioni che gli esseri umani possono compiere accecati da quello che noi definiamo “bigottismo”. Il tema della religione ovviamente è il fondamento di questo film ed in particolare la perenne discussione fra i religiosi, rappresentati da Philomena e gli atei, rappresentati da Martin. La gravità della storia, ovvero la vendita dei bambini e la ricerca del figlio perduto, sfuma sovente in battute comiche per lo più attribuite a Philomena che la stessa Judi, dopo averla incontrata, ha definito spiritosa e genuina. Infine la valutazione è: ottimo. Vi consiglio di andarlo a vedere perché ne vale davvero la pena!

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