Olympus Has Fallen: La Recensione

L’11 settembre 2001 i passeggeri del volo 93 della United Airlines partito dal Newark International Airport alla volta di San Francisco riuscirono a fermare i terroristi di Al Quaeda, che volevano dirottare il Boeing 757 per colpire la Casa Bianca. L’aereo si schiantò nelle campagne della Pennsylvania. Il peggiore incubo americano si stava avverando sul territorio e nei cieli nazionali. Quel giorno gli Stati Uniti vissero una immane tragedia, ma la Casa Bianca fu risparmiata grazie a quegli eroi. Non è così al cinema. Nel 2013 almeno due film hanno visto la Casa Bianca come oggetto d’attacco terroristico, Attacco al Potere: Olympus Has Fallen (Antoine Fuqua) e White House Down (Roland Hemmerich).

LA TRAMA

In Olympus Has Fallen il Presidente Benjamin Asher (Aaron Eckhart) è in pericolo tra le mura della “sua” casa. É tenuto ostaggio da un gruppo di terroristi nordcoreani che assaltano da terra e dal cielo la residenza presidenziale fingendosi guardie al seguito di Lee Tae-Woo (Keong Sim), Primo Ministro sudcoreano, in visita ufficiale. Traditori e nemici sono ovunque. La Casa Bianca e le forze militari intervenute a difenderla sono crivellate da colpi di proiettile. C’è sangue e morte dappertutto. Lo scenario è apocalittico tanto da ricordare la guerra del 1812 contro gli inglesi, quando questi rasero al suolo la residenza presidenziale. Il Presidente non può adempiere ai suoi doveri. Neppure il suo vice. Chi prenderà in mano le redini del potere per riportare l’ordine?

LA RECENSIONE IN BREVE

É “l’everyman,” caduto in disgrazia per scelte personali e professionali sbagliate, ad intervenire per salvare il presidente. Esperto di armi, Jack Banning (Gerard Butler), ex-guardia del corpo del Presidente americano. Ferite lacero-contuse, sudore, armi e proiettili, una radio portatile, questo è l’equipaggiamento di Banning. Ma senza il lavoro degli stuntmen–sempre così difficili da identificare e il cui coraggio dà vita al cuore di ogni film d’azione–Butler non avrebbe avuto lo stesso spessore. Infine bisogna menzionare e premiare la seppur breve drammatica performance di Connor (Finley Jacobsen), figlio del Presidente Asher, profondo conoscitore di tutti i luoghi segreti della Casa Bianca che gli consente di sfuggire dai cattivi. Il bambino pur impaurito agisce davanti alla paralisi della maggior parte degli adulti. Che il film si definisca credibile o meno, dati anche i momenti di ilarità, essi soddisfano un pubblico sempre alla ricerca di finti (meno male!) scenari di guerra. Il responso è “ni.”

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