Montparnasse femminile singolare: Recensione di un capolavoro sul mondo femminile

Grazie a Parthénos Distribuzione arriva oggi al cinema il film Montparnasse femminile singolare (qui, due clip) di Léonor Serraille, vincitore del Premio Camera d’Or come miglior opera prima.

Montparnasse femminile singolare: Recensione di un capolavoro sul mondo femminile

L’inaspettata fine di un amore decennale sul quale erano state riposte tutte le speranze per il futuro, l’impellenza di trovare un alloggio ed un lavoro, la solitudine e la disperazione della protagonista: è questa la situazione in cui Léonor Serraille ci presenta la protagonista Paula.

E qual è la soluzione che la società pone ad un cuore spezzato? Un ricovero psichiatrico. Insomma, siamo ben lontani dal tanto idolatrato sogno parigino. Parigi, la città degli innamorati, dove tutto può succedere… Non sembra essere poi così magica. Lontana dai monumenti che tutti conosciamo, Parigi è descritta al pari di qualunque altra capitale: frenetica, gelida ed inospitale.

Montparnasse femminile singolare: Recensione di un capolavoro sul mondo femminile

Chi è davvero Paula?

In relazione alle situazioni e alle persone che incontra, Paula viene a caratterizzarsi come inadeguata: inadeguata per l’abbigliamento, per la sua eterocromia, per il suo carattere e per il suo curriculum. Inadeguata come lo siamo stati tutti almeno una volta nella, esclusi per le nostre particolarità, per il non riuscire a coincidere con l’immagine omologante che la società odierna ci impone. O per l’avvicinarci ad essa, ma non essere mai abbastanza: mai abbastanza belli, mai abbastanza colti, mai abbastanza intelligenti, mai abbastanza preparati.

Léonor Serraille descrive alla perfezione tutto questo, descrive la fragilità umana – in questo caso femminile – all’interno dell’instabilità quotidiana che siamo costretti a definire “flessibilità”.

Quindi la vera domanda è: chi (di noi) non è davvero Paula?

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