Money Monster è il programma televisivo dove un estroso presentatore (George Clooney) dà indicazioni su azioni e mercato (come funziona il mondo della finanza? Cosa è meglio vendere e comprare?), facendo del proprio carisma la leva per modificare gli assetti azionari. La regista del programma (Julia Roberts) non sembra rassegnarsi all’idea di non poterlo tenere al guinzaglio, e gli abbaia contro ogni volta che ne ha l’occasione.
Dopo un buco di ottocento milioni di dollari di un’impresa dovuto a un supposto glitch dell’algoritmo, un ragazzo che ha perso tutti i propri risparmi si intrufola nello studio della trasmissione e, con pistola e giubbotto esplosivo, prende in ostaggio Clooney e l’intera troupe del programma. Quello che vuole non è un risarcimento, ma capire i motivi nascosti dietro la scusa ufficiale. Capire per chi ha dovuto pagare.
Da queste premesse (e, in parte, dal trailer italiano) ci si potrebbe aspettare una facile retorica antisistema, dove il coraggio e la disperazione dell’individuo sono l’unica arma possibile contro un generico loro senza volto e senza scrupoli. Invece la regia di Jodie Foster (già temprata al thriller politico e psicologico con la serie House of Cards come regista e, come attrice, con il film del 2002 Panic Room che ripropone lo stesso nauseante senso di reclusione) non si sofferma su ragioni e torti; anzi, se ne prende gioco, mostrando tutti i lati della medaglia, cavalcando le retoriche di ogni personaggio mostrandoci come la verità del singolo si perde nel mare di verità individuali senza avere la forza di diventare assoluta.
Si gioca sui clichet, ridicolizzando le scelte facili dei film di questo genere (basti pensare alla scena della fidanzata del ragazzo, a quella in cui Clooney tenta di fare leva sulla coscienza dei telespettatori, o alle confessioni dello stesso mentre è nell’ascensore) per mostrare una realtà molto più misera e variegata di quella che ci aspettiamo. Si sceglie di prendere una certa distanza dallo spettatore, frapponendo un continuo gioco di scatole cinesi, di schermi nello schermo, televisioni nella televisione, repliche nelle dirette, per indagare la percezione realtà-finzione nel mondo di oggi, e lasciandoci intendere quanto sia difficile distinguere l’una dall’altra.
Regia e prove d’attore lineari, giuste, calibrate. Nessuna sbavatura o esagerazione. In un mondo cinematografico in cui il sensazionalismo dell’immagine, l’enfasi dei sentimenti, le piroette di trama sono ormai la regola, qui si sceglie invece una coraggiosa immediatezza e prevedibilità, preferendo lavorare su contenuti, umoristica parodia e tecniche cinematografiche.
Money Monster è un film che parla del volto sporco e caotico del denaro usando il volto pulito della regia.