Mechanic Resurrection – Recensione: bruttezza chirurgica

Mechanic: Resurrection è il sequel del film del 2011 The Mechanic, a sua volta rifacimento del film del 1972 con Charles Bronson. Regia di Dennis Gansel, nel cast Jason Statham (I Mercenari, The Transporter), Jessica Alba (Sin City 2) e Tommy Lee Jones (Men in Black, Jason Bourne). Ma se il primo è costruito su una trama sensata, questo no. Al contrario: dialoghi, sceneggiatura e trama vanno volutamente avanti a colpi di clichet. L’unica cosa che sembrano sottolineare è il megalomanismo del personaggio di Jason Statham, che ci ricorda muscoli e proiettili di Schwarzy in Commando. A differenza di quello, però, ha meno mordente. Non si prende sul serio (impossibile farlo, oggi, in questo genere), ma sembra che voglia farcelo credere. Gli elementi (clichet, battute superscontate, botte, spari) non sono conditi con grosse dosi di ironia. È solo la loro sfacciata esibizione che la crea.

Mechanic Resurrection – Jason Statham può

Arthur Bishop (Jason Statham) ha smesso di uccidere. Dopo aver inscenato la propria morte, si è rifugiato nel sud est asiatico dove spera di trovare un po’ di pace. Ma non può funzionare. Crain (Sam Hazeldine) ha bisogno delle sue capacità, e lo prova a reclutare. Alla prima fallisce (fuga con lancio da funivia a deltaplano), ma il secondo tentativo è più subdolo. Dopo averlo scovato, invia l’ex-soldato ora impegnata nel sociale con orfani cambogiani Gina (Jessica Alba). Lei, ovviamente, è sotto ricatto da parte del cattivo, e il suo compito è fare innamorare Bishop così da creargli un tallone d’Achille. Ovviamente, pur sapendolo, la coppia JJ funziona e i due finiscono a letto. Lui innamorato a tal punto da regalare a Gina l’orologio appartenuto a suo padre. Ma Crain rapisce la ragazza e Bishop è costretto ad eseguire i suoi ultimi tre omicidi.

Sequenza di avvenimenti che ha dell’assurdo. Clichet ammonticchiati uno dopo l’altro, senza causa ma con un fine preciso: mostrare Jason come l’Eroe da film d’azione. Se c’è un’azione da compiere, lui la farà nel modo più estremo. Anche il pallido background da ex militare di Gina viene annullato, e lei diventa solo la Donzella in Difficoltà che il nostro sicuramente salverà. Divertenti le preparazioni dei primi due omicidi, tra piscine a spiovente sul vuoto e repellenti per squali. Così come le molteplici scene d’azione all’insegna di muscoli, sangue, spari, esplosioni, e calci. E, verso la fine, un Tommy Lee Jones pacchianamente meraviglioso.

Per concludere…

Mechanic: Resurrection è un film senza pretese. Lineare fino alla banalità, non cerca di far riflettere, né ricerca particolari tecniche o scorci registici. Passerella per i muscoli di Jason Statham, per le sue piroette, le sue battute da duro. Colpi di anticomunismo, ambientalismo e sprazzi contro la violenza sulle donne. Tutto qui. L’ennesimo film del genere. Che, però, se preso nel modo giusto – esterno e disinteressato – strappa risate.

Link adv