Mary Shelley – Un amore immortale (qui, il trailer) è l’ultimo film della regista Haifaa Al-Mansou (La bicicletta verde), disponibile al cinema a partire dal 29 Agosto grazie a Notorious Pictures.
Mary Shelley – Un amore immortale: recensione in anteprima
La storia di Mary Wollstonecraft Godwin, autrice di uno dei più famosi romanzi gotici del mondo “Frankenstein”, e della sua relazione ardente e tempestosa con il poeta romantico Percy Shelley. I due giovani legati da una chimica naturale e idee progressiste che vanno oltre i limiti della loro età e del loro tempo, dichiarano il loro amore reciproco alla famiglia che li ostacola e per questo fuggono insieme. A soli 18 anni, Mary è costretta a sfidare i tanti preconcetti contro l’emancipazione femminile, a proteggere il suo lavoro di scrittrice e a forgiare la propria identità.
La protagonista Mary Wollstonecraft Goodwin era figlia di Mary Wollstonecraft, una delle prime femministe della storia, che morì dieci giorni dopo averla data alla luce, e del libraio e filosofo illuminista e anarchico William Goodwin.
Il bipic tratta degli anni in cui Mary (Elle Fanning) si avvicina alla letteratura di “serie B”, alle storie sui fantasmi e del terrore. Allontanata da casa per scoprire la sua vena letteraria, Mary conosce Percy Shelley (Douglas Booth), scoprendo una chimica meravigliosa tra i due.
Mary torna a casa, Percy chiede di essere allievo del padre, si scopre che il ragazzo è sposato ed ha una figlia, e la relazione dei due ragazzi dà scandalo e li costringe ad una fuga d’amore… da qui in poi la storia, e parimenti l’animo della protagonista, potrebbero manifestare la loro totale unicità, l’avanguardia che un tale personaggio rappresenta, ed invece no.
Mary, spirito libero, erede delle virtù della madre, sembra perdere ogni sua qualità positiva ed appiattirsi nella prossimità del suo innamorato, un ragazzo celebrato per la sua arte poetica, ma dipinto dalla regista come un qualunque teppistello dei nostri giorni, troppo ribelle ed infantile.
Mary Shelley – Un amore immortale: recensione in anteprimaIn più, esteticamente troppo somigliante al vampiro Edward Cullen per poter esser contraddistinto per una propria tipicità.
Insomma, la femminista Mary Shelley perde ogni sua qualità in tal senso a favore di un ragazzo che di intrigante e rilevante sembra avere poco e niente, rivelandosi una ragazza debole, quasi sottomessa a questo amore malato. Perfino Frankenstein, il suo capolavoro, perde in un attimo tutta la sua magnificenza in questa pellicola, risultando solo uno scritto di sfogo contro Shelley.
Il film alla fine dei conti scorre in modo piacevole, con un finale scontato, anche senza conoscere la biografia dell’autrice, questo perché appunto della reale anima della grande Mary Shelley sembra non esservi nemmeno l’ombra.