1979, veniva proiettato nelle sale il primo film della serie di Mad Max, rilasciato in Italia con il titolo Interceptor. Protagonista del film un giovanissimo e sconosciuto Mel Gibson, guidato, dietro alla cinepresa, da un ex-medico australiano affascinato dal cinema: George Miller. Sembra quasi l’incipit di un romanzo eppure è la realtà, ed è questo l’inizio di una della grandi saghe d’azione post-apocalittiche del cinema.
Oggi, a distanza di 15 anni, la serie riparte con il nuovo capitolo Mad Max: Fury Road. Non c’è più Mel Gibson nei panni del Guerriero della Strada Max Rockatansky; al suo posto Tom Hardy, ma dietro la cinepresa c’è ancora Miller, che ha deciso nonostante i suoi 70 anni di rimodellare la propria creatura e darne una chiave di lettura nuova ed avvincente. Oltre al già citato Tom Hardy, troviamo nel cast: Charlize Theron, Nicholas Hoult, Hugh Keays-Byrne (già nel primo capitolo antagonista di Max nei panni di Toecutter), Nathan Jones, Josh Helman, Rosie Huntington-Whitley, Riley Keogh, Zoë Kravitz, Abbey Lee e Courtney Eaton.
Ossessionato dal suo passato, Mad Max vaga da solo per la Terra Desolata con il solo scopo di sopravvivere, ma nel suo vagare viene catturato da dei loschi figuri, i War Boys, e portato come prigioniero alla Cittadella. Qui, a capo della città c’è Immortan Joe, un uomo che si è creato la figura di un Dio pronto a dare redenzione e vita eterna nella fantastica terra del Valhalla, per chiunque decida di morire per lui; viene tuttavia tradito da una delle sue seguaci, l’imperatrice Furiosa, che insieme alle mogli del signore della guerra dirotta un camion blindato per tentare di raggiungere la Terra Verde, una terra di pace e lontana dalla malvagia tirannia di Immortan Joe. Mad Max, si ritroverà, suo malgrado, a dividere il viaggio con Furiosa in una fuga folle ed adrenalina per le Terre Desolate cercando di sfuggire all’ira del terribile capo della Cittadella, pronto a tutto pur di riavere indietro ciò che gli è stato sottratto.
Era sicuramente difficile poter dare nuova linfa ad una serie che sembrava aver dato ormai il massimo, ma Geroge Miller incredibilmente riesce a confezionare un film che non solo si lascia seguire agevolmente per due ore, ma che riesce, con un copione quasi nullo, a trasmettere qualsiasi emozione, facendo proprio un pensiero di Alfred Hitchcock, secondo cui bisogna realizzare film che possano essere visti ovunque nel mondo, senza bisogno di sottotitoli.
Le immagini sono la forza di questa pellicola: i colori vivaci, il tanto semplice quanto valido montaggio e la cornice sonora si dimostrano più efficaci di mille parole. Nulla viene lasciato al caso, in questo film; tutto è curato nei minimi particolari, ogni singolo elemento s’incastra in un perfetto quadro allegorico creato da Miller: partendo dal contrasto fra le immacolate, limpide e candidi mogli di Immortan Joe e i malandati, sporchi e violenti War Boys; arrivando a quell’immagine del freddo e cupo impero capitalista costruito sul terrore e sulla violenza, ma che al minimo vacillare di questo malsano equilibrio è pronto a sgretolarsi come un castello di sabbia sotto la pioggia.
È un susseguirsi di esplosioni ed azioni che non lasciano un attimo di tregua allo spettatore, che non può in ogni caso non fermarsi ad apprezzare l’ottimo lavoro svolto dal regista, che ha deciso di riplasmare la propria creatura mantenendo la sua idea di base di Mad Max, fornendogli tuttavia quel tocco di blockbuster che in quest’ultimo tempo si lascia apprezzare. Eppure non sarebbe giusto non dare alcun merito agli attori che hanno preso parte alla pellicola e che hanno ben interpretato i loro personaggi: dall’Immortan Joe di Hugh Keays-Byrne che nonostante abbia metà del viso mascherato, riesce a con il solo sguardo ricreare perfettamente tutta la sua rabbia e la sua voglia di vendetta del suo, al Mad Max di Tom Hardy che mugugna, digrigna i denti e non si risparmia nemmeno un po’ quando c’è da combattere, ma che si dimostra dal cuore d’oro e che, nonostante non voglia ammetterlo, è il primo a credere nella possibilità di un mondo migliore. Menzione particolare però va a Charlize Theron, che interpreta l’Imperatrice Furiosa; non facciamoci ingannare dal titolo e dalle prime immagini: il vero ingranaggio e protagonista della storia è lei. La Theron in particolare riesce a calarsi talmente bene nel personaggio e a farlo proprio che sembra quasi di vivere in prima persona quella donna dalla doppia faccia: dura, che con il suo braccio meccanico ha in parte accettato il mondo crudele e violento che la circonda, ma allo stesso tempo fragile, stanca delle violenze subite e che coltiva la speranza di pace e tranquillità non solo per chi le sta intorno, ma soprattutto per se stessa, così da ritrovare quel mondo che non ha mai dimenticato, da cui Immortan Joe l’ha strappata.
Una fuga che appare senza senso, davanti ad un nemico più grande della propria immaginazione, è solo il punto di partenza per un viaggio attivato dalla speranza di una terra che non è sicuro esista, ma la cui sola possibilità permette ad un gruppo improbabile e senza speranza di trovare la forza per combattere. La speranza, si sa, è l’ultima a morire, e noi chi siamo per non dare la possibilità a questo “sogno” di diventare realtà?
Mad Max: Fury Road, diretto da Geroge Miller, esce nelle sale italiane il 14 maggio, in concomitanza con la proiezione fuori concorso al Festival di Cannes.