L’incredibile storia di Winter il delfino 2 – Recensione

Stupisce il fatto che in un’epoca come la nostra, nella quale riempire e strafare è all’ordine del giorno, ci siano ancora film che si pongono come obiettivo quello di raccontare una semplice storia, intrattenendo gli spettatori per due ore fornendogli qualche spunto su cui riflettere.

L’incredibile storia di Winter il delfino 2 non si pone molti altri obiettivi e non ricorre a particolari manierismi nel corso della sua durata; eredita la formula del successo del primo capitolo e che è propria di quei film indirizzati solitamente alla famiglia e al pubblico più piccolo, all’insegna della spensieratezza e con una morale di fondo.

La storia riprende dove era terminata nel film del 2011 e Winter è ormai la star del Clearwater Marine Aquarium. Sawyer è cresciuto e continua ad accudire il delfino, sempre in compagnia dell’amica Hazel e dello staff del centro. Charles Martin Smith, nuovamente alla regia e alla sceneggiatura, non rischia e in fin dei conti nemmeno a torto; sebbene il film prenda spunto dalla vera storia del delfino femmina Winter, Smith si concentra molto sui personaggi umani e intreccia le loro vicende con quelle del tursiope e degli altri animali marini.

La pellicola si focalizza sulle scelte, su cosa sia giusto e sbagliato, e cerca di trasmettere un messaggio positivo ai più piccoli, mettendoli di fronte a una storia che, essendo oltretutto reale alla base, li fa sentire più vicini al racconto. Come affermato in apertura, vedere ogni tanto dei film così non dispiace affatto, perché tentano almeno sulla carta di dare ai giovanissimi un insegnamento, per quanto in maniera modesta, e di accontentare anche il resto della famiglia. Il protagonista del film, combattuto tra affrontare il mondo e rimanere nel suo nido; Hazel, determinata a ottenere la fiducia del padre dimostrando di poter prendere decisioni mature… sono forse schemi classici, ma se non altro il modo in cui vengono presentati non dà l’impressione di insultare l’intelligenza dei bambini, a cui vengono semplicemente mostrati in modo più schietto e sintetico. Gli stessi personaggi del film non appaiono capricciosi e viziati o almeno non per lunghi periodi; anche quando si presentano avvenimenti che fanno emergere il loro lato ingenuamente egoistico, i piccoli protagonisti capiscono presto cosa sia necessario fare e danno prova di una maturità che fa piacere vedere incarnata in persone così giovani.

Alla fine, è forse questo il lato più convincente del film e la parte incentrata sugli animali fa più da contorno o da centro di gravità per il resto degli eventi. I problemi che Winter sembra dare all’inizio del titolo, il salvataggio di altri delfini, la liberazione di una testuggine e i simpatici siparietti del pellicano Refolo fungono più che altro da collante del film e costituiscono la parte più facilmente strappalacrime del lungometraggio. Ammirare i cetacei mentre ricevono le cure fino a riprendersi e a essere liberati nel mare è difficile che non riesca a toccare i cuori delle persone, così come il rapporto tra questi splendidi animali e i protagonisti, che sembra non aver nulla da invidiare a una relazione tra umani.

Il cast del primo film torna al gran completo, tutti con qualche anno in più sulle spalle, con Nathan Gamble (Sawyer) e Cozi Zuehlsdorff (Hazel) in prima fila. Tutti portano dignitosamente a termine il proprio dovere, a parte rari casi in cui alcuni piccoli attori eccedono nell’interpretazione risultando poco genuini, ma fortunatamente non accade così spesso e non nelle scene clou.

Charles Martin Smith rimane piuttosto in sordina (a parte concedersi un breve cameo nel ruolo di ispettore dell’USDA) e mette la maggior parte della propria regia al servizio della narrazione, ma non può tirarsi indietro e rifiutarsi di giocare la carta delle riprese sottomarine e delle lodevoli acrobazie compiute dai cetacei, fornendo, grazie alle moderne tecnologie, uno spettacolo incantevole a cui assistere, perdendosi solo alcune volte in preziosismi tranquillamente evitabili.

La sceneggiatura, proprio per la sua semplicità, ha poco da farsi criticare, mantenendo il pensiero sul fatto che si tratti di un’opera principalmente per famiglie, da vedere assieme ai bambini; certo, non mancano alcuni dialoghi fin troppo banali e diverse frasi fatte, ma ci si passa sopra e si cerca di apprezzarne tutti gli altri elementi. Le uniche battute che forse cozzano completamente con il tono della pellicola sono quelle pronunciate da Morgan Freeman, ancora una volta nei panni del dottor McCarthy, artefice della protesi di Winter; il personaggio pronuncia frasi che non si sa come siano finite nello script, risultando di un’idiozia disarmante e che a volte lasciano piuttosto spiazzati. Tralasciando ciò, l’unica cosa che realmente non torna al sottoscritto è una sorta di paradosso che prende vita nella seconda metà del film; si tratta di un’ idea che potrebbe essere fiorita solo nella mia mente e che probabilmente non arriverà al target a cui è indirizzato il titolo, ma che voglio comunque illustrarvi. Basandosi su alcuni eventi chiave della trama, nel caso non voleste anticiparvi nulla vi consiglio di saltare questa sezione e tornare a leggere dopo il paragrafo SPOILER.

INIZIO SPOILER

Tutto ha inizio quando Winter si ritrova da solo nel centro a causa della morte dell’anziano delfino Panama. Secondo le leggi degli Stati Uniti, un delfino non può essere tenuto in cattività senza un compagno e dunque il centro marino potrebbe perdere Winter a meno che non gli affianchi un nuovo cetaceo. Importante nel film è l’episodio in cui viene sottolineato il diritto alla libertà di questi animali; il Clearwater Marine Aquarium nasce con lo scopo di salvare i delfini, curarli e, una volta ristabilitisi del tutto, riportarli nel mare. Nonostante il cento abbia per gioco del destino un delfino a disposizione, precedentemente salvato da morte sicura, questo si riprende rapidamente e tutti capiscono, chi prima chi dopo, quanto sia giusto concedergli la libertà. Questo messaggio del film viene offuscato dalla seconda metà in poi della pellicola; Winter rimane solo e se non troveranno un compagno per lei verrà portata via. Accogliendo il centro solo animali feriti o in difficoltà, va da sé che l’unica speranza di poter tenere Winter è che la provvidenza faccia arenare qualche cetaceo di modo che l’animale ferito possa vivere con Winter e quest’ultima possa restare con i protagonisti. Piuttosto ambiguo, considerando il fatto che nel caso Winter fosse stata trasferita, non sarebbe stata abbandonata a se stessa, bensì trasportata in un parco acquatico dove si sarebbe esibita così come era solita fare al Clearwater Marine Aquarium, ma con nuovi compagni. Sembra a questo punto del film, che sia l’egoismo a spingere i protagonisti, ma ripeto, probabilmente è un viaggio mentale che solo il sottoscritto ha sperimentato assistendo alla pellicola. I bambini riceveranno sicuramente l’insegnamento animalista insito nel film ed è ben difficile che colgano questi effetti collaterali.

FINE SPOILER

Detto questo, L’incredibile storia di Winter il delfino 2 si fa spazio all’interno di quel filone cinematografico che, alla stregua delle fiabe popolari, cerca di divertire grandi e piccini in modo semplice, inserendo una morale di fondo che faccia uscire dalla sala più fiduciosi nel mondo. Sicuramente, se i racconti con protagonisti gli animali non vi attraggono particolarmente, il film potrebbe rivelarsi difficile da digerire o comunque poco più di ciò che vedrete sullo schermo: la storia di un delfino e dei suoi amici amanti degli animali. Se volete invece passare poco più di 90 minuti in tranquillità, facendovi circondare da buoni sentimenti, magnifici esemplari di animali e qualche lezione di vita, il titolo potrebbe rivelarsi una scelta soddisfacente, soprattutto se progettate di passare la serata in famiglia o con degli spettatori particolarmente giovani. Vi consiglio caldamente di rimanere seduti al termine del film, per godervi le sequenze che mostrano gli eventi reali che hanno ispirato personaggi e vicende della pellicola. Per qualsiasi ulteriore informazione sul lavoro svolto dal Clearwater Marine Aquarium, potete visitare il sito ufficiale del centro.

L’incredibile storia di Winter il delfino 2 (QUI il trailer italiano) arriverà in Italia il 25 settembre. Diretto e sceneggiato da Charles Martin Smith, il film vede il ritorno del cast presente nel primo capitolo, tra cui figurano Harry Connick Jr.,  Ashley Judd, Nathan Gamble, Kris Kristofferson, Cozi Zuehlsdorff e Morgan Freeman. Il titolo è prodotto dalla Alcon Entertainment e distribuito nel nostro Paese dalla Warner Bros. Italia.

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