L’era glaciale 5 – Recensione: pastiche fumoso e non incisivo

L’era glaciale 5 – In rotta di collisione: troppo, troppo, troppo, troppo da bambini. E anche i bambini, troppo spesso, stentano. Il grande pregio dei migliori lavori Dreamworks e Pixar – dell’ultimo anno (Alla ricerca di DoryKung Fu Panda 3) e in generale – è quello di colpire target diversi. Su registri differenti, bambini e adulti ridono allo stesso modo. La Blue Sky (20th century Fox) era riuscita nell’impresa solo con il primo e, in parte, il terzo dell’Era Glaciale. Questo quinto capitolo è disastroso.

L’era glaciale 5 – in rotta di collisione: confuso pasticcio di idee e personaggi

Scrat, mentre insegue la ghianda, sale su un’astronave aliena e provoca un’esplosione che scaglia un asteroide verso la terra. I nostri, nel frattempo, sono alle prese coi loro problemi. Cid non riesce a trovare l’amore della sua vita. Ellie e Manfred devono vedersela con la figlia adolescente in cerca d’indipendenza col suo fidanzato. Diego e consorte non pervenuti (se non quando la trama ha bisogno di qualcuno che abbia un buon fiuto). Buck scopre antiche iscrizioni che prevedono l’ennesima apocalisse (e si porta dietro dal suo mondo sotterraneo un trio di odiosissimi dinosauri volanti). Cominciano a cadere le prime meteore e ci si rende conto che le cose non stanno andando troppo bene. Sotto la guida di Buck, il gruppo si spingerà laddove l’asteroide dovrà schiantarsi, nella speranza di trovare un metodo per fermare la fine del mondo.

Si tenta di sfruttare qualunque potenzialità pseudocomica dei personaggi. Ne esce una sceneggiatura discontinua, senza un filo, esplosiva ma non incisiva. Tanto fumo ma niente arrosto. Dalle infinite gag sui vecchi di Nonnina, alle buffonate travestitistiche e schizofreniche di Buck. alle idee (molto poco mature) dei due Mammut per non far allontanare la figlia. Da spunti di elettrostatica (e un bambino cosa capirà?), alle farfugliate incomprensibili dei due opossum. Di quando in quando – come da copione – le disavventure di Scrat nello spazio. Strappano risate ai più piccoli. Ma anche queste ormai sono diventate un copione uguale a se stesso che ricalca maldestramente gioielli dell’animazione di Hanna e Barbera (v. Tom e Jerry) e Warner (Wile E. Coyote).

Per concludere…

Pastiche che butta tutto sul fuoco – personaggi, idee, battute – cercando (disperatamente) di strappare una risata. Ma non c’è filtro che passi al setaccio la maldestra cascata di spunti. Questo dilagare di gag stentate e di riproposte d’idee puzza molto di già visto. E puzza molto di chi d’idee valide non ne ha più da un pezzo.

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