La leggenda del cacciatore di vampiri in 3D – La recensione

In uscita nelle sale italiane venerdì 20 luglio un film per gli amanti dell’horror e che non si sono ancora stancati dei vampiri, ma che anzi senza di loro non vivono,  La leggenda del cacciatore di vampiri in 3D del visionario regista Timur Bekmambetov e prodotto da Tim Burton. Il film è tratto dal romanzo di Seth Grahame-Smith, diventato famoso per Orgoglio e Pregiudizio e Zoombie, che dopo aver avuto un immenso successo come scrittore, da qualche tempo si è buttato sulla sceneggiatura ed è diventato un collaboratore di Tim Burton a partire da Dark Shadow, ma vediamo la trama. Abraham Lincoln è un bambino felice che vive da solo con la madre che un giorno però, quando lui ha appena 9 anni, dopo ore di agonia, muore di una strana malattia, lasciando il ragazzo solo al suo destino.

Nel 1820, ormai 16enne, il giovane Lincoln viene aggredito da alcuni vampiri, ma uno di essi Henry Sturgess, lo salva e gli rivela tutta la verità sulla morte di sua madre che non è morta di un misterioso virus ma è stato il morso di un vampiro a portarla nelle tenebre. Il ragazzo è sconvolto e dopo numerosi giorni di vagabondare tra le campagne ascoltando i racconti dei contadini che parlano di persone morte dissanguate con strani morsi sul collo, decide di tornare a casa e di intraprendere una guerra contro i nemici più infidi e perfidi degli Stati Uniti, i vampiri, annotando sul suo diario le tappe della sua personalissima battaglia. Il vampiro che l’ha aggredito, di nobili intenti però, diventerà il suo mentore, che lo addestra alla lotta facendone il primo cacciatore di vampiri della storia americana, oltre anche a Presidente degli Stati Uniti.  Il personaggio di Abramo Lincoln rispetta l’eroe dei fumetti: presidente di giorno e cacciatore di vampiri di notte e Tim Burton ha deciso di produrlo perchè gli ricorda i film di quando era un ragazzino. Il film è stato girato tutto in 3D con l’uso di effetti speciali spettacolari realizzati però con un budget piuttosto limitato, “solo” 69 milioni di dollari. Il protagonista, l’attore Benjamin Walker, ha sbaragliato la concorrenza di attori del calibro di Adrien Brody, Josh Lucas, James D’Arcy, e Oliver Jackson-Cohen, ma secondo il duo di registi Burton e Bekmambetov era l’unico capace di portare sullo schermo un eroe, ma profondamente un uomo, onesto, integerrimo e molto coraggioso.

Nel cast figurano anche Mary Elizabeth Winstead nei panni di Mary Lincoln, Dominic Cooper in quelli di Henry Sturgess e Anthony Mackie in quelli di William Johnson. Il film va dal 1820 al 1865 ed è stato girato in Kentucky, Louisiana e Washington DC. I personaggi però non risultano ben caratterizzati e i tentativi di legare la trama soprannaturale agli eventi della vita reale, non sono dei calci ben piazzati: e questa è una delle grandi occasioni mancate del film, considerando che la storia utilizza un certo numero di personaggi storici all’interno di una trama soprannaturale e se uno dei presidenti più ironici della storia americana non risulta essere troppo interessante,  non è certo per  colpa del protagonista Benjamin Walker, che riesce bene o male a mantenere le promesse ed ad essere  credibile anche durante le scappatelle notturne per uccidere i vampiri più malvagi.  Anche gli altri attori sono ugualmente competenti, ma usati in realtà solamente per rimpolpare la vicenda personale del presidente.

A mio parere comunque il film non è male, le scene scorrono via veloci ed anche grazie ai numerosi effetti speciali, risulta godibile. Per gli amanti del genere horror e della storia americana.

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