La congiura della pietra nera: La recensione

Il nuovo film di John Woo, girato in coppia a Chao-Bin Su, “La congiura della pietra nera“, uscirà nelle sale venerdì 3 agosto 2012, anche questo in netto ritardo rispetto al resto del mondo, visto che si tratta di un film del 2010. Secondo alcune indiscrezioni, il nome del famoso regista John Woo sarebbe stato usato solamente in chiave commerciale ed il vero lavoro di regia sarebbe stato svolto solo da Chao-Bin Su, anche se il film affronta il tema dello scambio di identità, da sempre amato da Woo e che ha fatto di “Face Off” un capolavoro di originalità. Un’antica leggenda narra che nel 428 a.C. il principe indiano Bodhi lasciò la sua patria e si recò in Cina dove divenne un grande e rispettato monaco buddhista; quando morì  il suo corpo venne diviso in due metà distinte che vennero nascoste in due posti diversi e chi le avesse ritrovate sarebbe diventato il proprietario esclusivo dei più misteriosi segreti delle arti marziali e sarebbe stato arricchito di un immenso potere. Centinaia di anni dopo una potentissima e temuta setta, La Pietra Nera, è alla ricerca delle due reliquie, tramite i suoi assassini, che arrivano ad uccidere un alto ufficiale dell’impero e il figlio, che si pensava fossero in possesso di una delle metà del corpo del leggendario monaco; alla fine del massacro però gli spietati killer si rendono conto della scomparsa di una di loro, la più crudele e spietata di tutti, la guerriera “Pioggia Fine” e della mancanza della reliquia.

La guerriera ha scelto il tradimento e ha ritenuto più opportuno nascondere la reliquia dalla spietata setta e dopo aver ucciso per sbaglio un maestro di arti marziali in procinto di diventare monaco buddhista e innamorato di lei,  e aver nascosto la reliquia nella sua tomba, decide di cambiare vita; grazie ad un delicato intervento di chirurgia di plastica facciale che le cambia i connotati, assume l’identità di Zeng Jing (Michelle Yeoh) e si trasferisce a Pechino dove condurrà una vita normale; in fondo ciò che vuole è solo poter dimenticare il tanto sangue versato conducendo una vita semplice e modesta. Qui si innamora di un timido e goffo ragazzo (Jung Woo-sung) e lo sposa, ma nel finale si scoprirà essere nè goffo nè timido e portatore di un mistero. Ma la vita normale di Zeng Jing non è destinata a durare e durante una rapina in banca, che promette di diventare una carneficina, per evitare che i 5 ostaggi vengano uccisi, la ex guerriera sgomina la banda e ne acceca il capo a mani nude. La Pietra Nera così la ritrova e per proteggere se stessa e il marito Zeng Jing dovrà tornare ad essere la guerriera che è sempre stata, combattere la setta e trovare la metà mancante della reliquia.

Il film in realtà non mostra niente di nuovo e gli ingredienti dei film cinesi del filone ci sono davvero tutti: azione, arti marziali, combattimenti oltre ogni limite fisico possibile sono stati già tutti visti ne “La tigre e il dragone” del 2000 e  “La foresta dei pugnali volanti” del 2004. Anche la redenzione dell’eroina, che da spietata e crudele diventa buona e nell’amore trova la forza per cambiare, e il cambiamento di identità, sono temi già ampiamente trattati nel cinema; ma, nonostante la mancanza di originalità, restano comunque la bravura del cast, l’intreccio mai piatto e ricco di colpi di scena credibili e ben riusciti e la riflessione sulla confusione d’identità. La pellicola si differenzia dagli altri film del genere, solo per il sapiente dosaggio di momenti di comicità alternati ad altri momenti d’azione pura, che comunque regalano due ore di spettacolarità senza mai annoiare. In conclusione “i due registi” tra combattimenti, tradimenti e buoni sentimenti hanno creato la miscela perfetta per un film spettacolare ed avvincente anche se non particolarmente originale; sicuramente un film da non perdere, assieme ad una generosa dose di popcorn.

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