Jurassic World: Recensione in anteprima del film

Prendere in mano le redini di una saga storica non è cosa facile, soprattutto se la serie in questione è Jurassic Park e se a chiedertelo è un certo Steven Spielberg. Il regista sembrava aver accantonato l’idea di realizzare un quarto capitolo sul parco giurassico, ma tutto è cambiato quando è entrato in scena Colin Trevorrow, che ha accettato di scrivere (assieme a Derek Connolly) e dirigere il nuovo episodio Jurassic World a quasi 15 anni dall’uscita del terzo episodio.

Sulle spalle di Trevorrow grava quindi non solo il peso di riportare in auge la saga inaugurata da Spielberg, ma anche quello di presentare per la prima volta il parco dei dinosauri aperto al pubblico. Sono passati ventidue anni dagli eventi del primo film, e Isla Nublar è ormai divenuta un’attrazione turistica che permette ai visitatori di vedere e interagire con i grossi animali non più estinti.

Dopo un primo, fugace sguardo che ci fa intendere che le cose non andranno esattamente per il verso giusto,  facciamo la conoscenza dei due giovani fratelli Zach e Gray (Nick Robinson e Ty Simpkins) e dei loro genitori. In un clima quasi da commedia familiare, seguiamo i due ragazzi nel loro viaggio a Jurassic World. Notevole è la ricostruzione del luogo protagonista del film, un parco dei divertimenti in tutto e per tutto: un fiume di persone che lo attraversano per provare le numerose attrazioni, progettate come se stessero pensando a un parco a tema vero e proprio, ma con i dinosauri. A questo punto vengono introdotti Claire Dearing (Bryce Dallas Howard), manager del parco, e Owen Grady (Chris Pratt), ricercatore più simile a un Indiana Jones capace di instaurare un legame con alcuni Velociraptor. Questa prima parte ha il compito di far strabuzzare gli occhi allo spettatore, anch’egli visitatore assieme ai giovani fratelli, e ci prepara per la burrasca che scoppierà da lì a poco.

L’inizio del caos arriva come un fiume in piena: l’Indominus Rex, nuovo ibrido progettato dalla InGen, evade dal proprio recinto e comincia a seminare il panico in giro per l’isola. Trevvorrow gestisce bene le sequenze d’azione con la gigantesca creatura, inserendo qua e là qualche tocco di horror che è un peccato non sia stato usato maggiormente e che avrebbero probabilmente reso più memorabile l’Indominus, il quale non riesce a liberarsi dello spettro del Tirannosauro, simbolo storico della saga. Se i dinosauri sono studiati diligentemente nella loro forma e nei loro comportamenti, riprodotti egregiamente grazie alle tecnologie di oggi, a non convincere sin dal principio di questo Jurassic World sono gli umani; i personaggi che incontriamo sono piuttosto stereotipati (il belloccio playboy, la manager tutto lavoro ecc.), il che non sarebbe nemmeno troppo problematico se la semplicità dei loro caratteri servisse a rendere più agevole lo scorrimento dell’azione. Presto però si capisce che i flebili tratti dei protagonisti non sono lì per funzionalità, ma per una limatura poco rifinita: Trevorrow riempie il film di sottotrame familiari futili, che non aggiungono nulla al racconto, e gli stessi personaggi rimangono inalterati fino alla fine oppure sono oggetto di una metamorfosi talmente rapida da passare inosservata.

Il regista sembra combattuto fra lo sviluppare un blockbuster senza troppi fronzoli e inserire sostanziali elementi distintivi che giustifichino la rinascita della serie. È interessante il ruolo dell’uomo-Dio capace di generare vita e in quanto tale presuntuosamente convinto di possedere gli esseri da lui creati, di farne delle armi, ma non regge a causa dei personaggi troppo inebetiti e da digressioni che lasciano il tempo che trovano. A causa di ciò, dopo già tre film sul tema, la caccia all’uomo da parte dei dinosauri non rappresenta più una novità tale da stupire, e le poche aggiunte impreziosiscono sì l’azione, ma non eliminano del tutto la sensazione di già visto.

Jurassic World è dunque un blockbuster da mestierante, che sulla carta sembrava volere (e potere) dare di più, ma che non è riuscito nell’impresa di riportare nella sala il fenomeno che fu il primo film, nemmeno con le tecnologie odierne. Molte idee embrionali si perdono per strada e le uniche portate avanti, per quanto intriganti, ne escono sbiadite. Nella ricostruzione del parco a tema e nella realizzazione dei dinosauri, il lavoro della squadra è grandioso, e in quanto a inseguimenti e scene d’azione, Trevorrow dimostra di non essere uno sprovveduto. Dispiace dunque ancor più che il regista/sceneggiatore abbia perso la bussola nel tentativo di costruire personaggi iconici ottenendo l’effetto contrario e ritrovandosi così con un film che per i nostalgici della serie potrà rivelarsi un bel regalo, con le tante sorprese e citazioni, ma che come film di intrattenimento difficilmente riuscirà a ritagliarsi uno spazio nel genere a distanza di anni, se non per lo storico logo in copertina.

Jurassic World (QUI il trailer) uscirà in Italia l’11 giugno. Scritto (assieme a Derek Connolly) e diretto da Colin Trevorrow, il film vede Steven Spielberg nei panni di produttore esecutivo. Il cast comprende Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Vincent D’Onofrio, Irrfan Khan, Omar Sy, Nick Robinson, Ty Simpkins, Jake Johnson e Judy Greer.

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