Appena reduce dal successo riscontrato alla recente 71° Mostra del Cinema di Venezia, con la presentazione di Manglehorn (che vede Al Pacino protagonista), David Gordon Green arriva nei cinema italiani con Joe, film da lui diretto con protagonista Nicolas Cage, presentato lo scorso anno al Lido.
Solitamente i film di Green, uno dei migliori cineasti indipendenti del momento, sono costruiti su storie semplici che lui riesce, usando anche un basso budget, a far diventare grandi sullo schermo, basandosi sui dettagli e creando dunque imbarazzo per quei film Hollywoodiani costosi e patinati.
In questa pellicola, come per Manglehorn, Green cerca di porre al centro la riflessione tra padre e figlio, la maturità di quest’ultimo e l’affetto che può nascere per una persona conosciuta da poco.
Il tutto inizia quando Gary (Tye Sheridan), ragazzo quindicenne e arrivato da poco in città con la sua famiglia, chiede a Joe Randson (Nicolas Cage) di poter lavorare per lui.
Joe arriva da una vita difficile; è un ex detenuto che cerca di tenere a bada il suo istinto rabbioso ed è a capo di un gruppo incaricato da una società di far ammalare e morire alberi, per poterci piantare dei pini robusti.
Notando la grande forza d’animo del ragazzo, Joe decide di assumerlo e consente di far lavorare anche il padre di Gary.
Purtroppo anche Gary arriva da condizioni avverse e difficili, seppur diverse da quelle da cui proviene il suo protettore. “La famiglia è tutto ciò che conta” dice la madre; peccato che sia Gary l’unico in grado di portare i soldi a casa prestandosi a dei lavoretti, soldi che per la maggior parte vanno a finire in alcool e sigarette grazie ai due genitori (il padre ubriacone e la madre incapace di reagire).
Il ragazzo ha anche una sorella, diventata muta da un giorno all’altro; il suo personaggio sarà la chiave di volta per il finale.
Tutto inizia così, con un incontro tra i due protagonisti, nato un po’ per caso, ma che sfocerà in un grande affetto, da ambedue le direzioni.
La pellicola, tratta dal romanzo omonimo di Larry Brown, mostra un’umanità spaccata, allo sbando, che cerca di sopravvivere e dove la contrapposizione cattiveria/affetto la fa da padrone.
Molto bravo e brillante Green, che ha saputo dare un grande rilievo ed equilibrio a storia e personaggi che potrebbero apparire banali, puntando soprattutto sulla fotografia, e ancor più grande Nicolas Cage, che finalmente si vede al di fuori dei soliti canoni storici/fantascientifici e che ha messo tutto se stesso in un personaggio muscoloso, barbuto e apparentemente superficiale.
Grande nota di merito va a Tye Sheridan (già visto in Tree of Life di Terrence Malick), così giovane ma così bravo nell’interpretare un ruolo per niente facile; non a caso, lo scorso anno a Venezia, per questo film Sheridan ha vinto il premio Marcello Mastroianni.
Joe uscirà in Italia il 9 ottobre, distribuito da Movies Inspired.
Articolo di Mara Siviero