Era il 6 luglio del 2010 e Youtube aveva appena annunciato uno degli esperimenti sociali più spettacolari di sempre: Life in a Day, prodotto da Ridley Scott. In questo progetto si chiedeva agli utenti di youtube di tutto il mondo di filmare, il 24 luglio 2010, un frammento della loro quotidianità e di inviarlo al canale youtube corrispondente; successivamente, il regista Kevin Macdonald (premio Oscar al Miglior documentario nel 2000) avrebbe selezionato i filmati più particolari e li avrebbe montati in sequenza, per raccontare la vita degli abitanti del globo in un solo giorno. Il risultato fu inimmaginabile ed ebbe un successo clamoroso, tanto che National Geographic nel gennaio del 2011 accettò di distribuire il film nelle sale degli Stati Uniti e la pellicola venne addirittura proiettata al Festival Internazionale del Cinema di Berlino nel febbraio dello stesso anno.
Non stupisce dunque che un progetto del genere, dall’impatto così forte, abbia ispirato diversi altri social-movie, tra cui l’edizione nostrana Italy in a day, diretta da Gabriele Salvatores. Come in Life in a Day, nel 2013 è stato chiesto agli italiani di filmare la loro vita durante le 24 ore del 26 ottobre: il filmato poteva riguardare qualsiasi cosa, dalle proprie paure ai propri valori, dalla più semplice finestra con vista sul parco sotto casa alle riflessioni più profonde. Qualsiasi cosa, letteralmente.
“Italia 2.0. Non credo nella democrazia diretta. Non credo neanche che il pubblico abbia sempre ragione. E non penso che basti avere una chitarra per essere un musicista. Per questo ho trovato molto emozionante, istruttivo e interessante questo esperimento, realizzabile solo oggi con i media di cui disponiamo. Sono stato quello a cui migliaia di persone affidavano il loro message in a bottle. Ci voleva rispetto, attenzione. Ma anche la coscienza del proprio ruolo. Raccontare la tua storia, anche se con le parole degli altri. Oggi, sommersi da qualsiasi tipo di immagine, non è forse il montaggio, quindi il racconto, la vera anima di un film?”
E gli italiani hanno risposto senza esitazione, inviando 44.197 video contenenti oltre 2.200 ore di immagini, accuratamente selezionate da Massimo Fiocchi e Chiara Griziotti, senza seguire una trama preconfezionata, ma semplicemente lasciando che il fluire delle immagini parlasse per sé. E il risultato è stato straordinario.
“L’immagine dell’Italia che mi hanno restituito questi 45.000 video è quella di un paese sofferente ma con dignità, speranzoso verso il futuro. C’è un senso di ‘tenerezza’ verso la vita, verso l’umanità, che ho trovato positivo, per quanto mi riguarda.“
Salvatores ha così dato vita ad un collage di momenti emozionanti, una sorta di diario collettivo che racchiude i sentimenti più disparati: dall’amore di una madre per il proprio figlio, alla paura del futuro, alla voglia di partire e non tornare mai più. Si tratta di un bacino di pensieri contrastanti, di idee e di colori, ma soprattutto di persone. Persone come me, come voi, che hanno partecipato facendo sentire la propria voce, invitando l’Italia in casa e mostrandosi senza paura. Persone che si alzano presto la mattina o dormono fino a mezzogiorno, che lavorano, che ridono, che amano, che sperano. Italy in a day è questo: uno spaccato del nostro Paese, tra modernità e tradizione, commovente, contraddittorio, eppure bellissimo.
Italy in a day è stato proiettato in alcune sale italiane il 23 settembre, e il 27 è stato trasmesso in prima serata su Rai3. È stato inoltre presentato, fuori concorso, alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia. Una piccola chicca è la colonna sonora, curata dai Deproducers, che accompagna le immagini in maniera assolutamente perfetta.