Into The Storm – Recensione

Di disaster movie se ne sono visti a decine, negli ultimi anni. Il fatidico anno Maya del  ha prodotto una ingente quantità di film sul genere, e Into The Storm, anche se a distanza di due anni da quel discrimine di profezia non realizzatasi (fortunatamente), non tradisce le aspettative che si hanno in questo filone. La distruzione la fa da padrona sullo schermo, per praticamente tutta la durata del film, con non poca soddisfazione per gli amanti degli effetti speciali.

Silverton è una cittadina come tante, nell’entroterra degli Stati Uniti. Ma si differenzia da tutte quando viene colpita da una immane tempesta, in cui i tornado si generano in pochi secondi, per poi rigenerarsi sino a unirsi l’un l’altro, in un crescendo culminante nella pura forza devastante della natura. Tra scienziati che studiano questi fenomeni naturali estremi e la vita di una famiglia di un padre da solo con due figli, si intreccia la distruzione di quel piccolo mondo e di tutte le sue certezze.

Richard Armitage (la trilogia de Lo Hobbit nei panni di Thorin Scudodiquercia, Captain America – Il Primo Vendicatore) ha l’incredibile capacità di indossare un completo grigio con camicia azzurra pressoché sempre asciutti e stirati per buona parte del film, nonostante si destreggi all’esterno di luoghi sicuri per salvare i propri figli. Sarah Wayne Callies (nota soprattutto per il ruolo di Sara Tancredi nel serial televisivo Prison Break) appare un po’ spaesata, ricercatrice estudiosa in mezzo a una compagnia di scienziati più avventurieri e spericolati pur di trovare la ripresda perfetta della tempesta. Legami di trama un po’ deboli e scontati tra i personaggi, tra conflitti familiari e qualche stereotipo, ma passa tutto in secondo piano di fronte al protagonista principale: il ciclone che devasta la cittadina come se fosse fatta di carte da gioco. Attorno a questo si muove tutto, l’interesse e lo sguardo dello spettatore, inevitabilmente attonito dal vedere quanta distruzione possa esistere.

In Into The Storm è impressionante l’impatto visivo, mentre quello dei personaggi e della recitazione non è, purtroppo, altrettanto forte. Un happy ending un po’ eccessivamente sorridente (e vestito di tutto punto, nonostante non dovrebbe esserci più nulla di utilizzabile in una cittadina devastata sino alle fondamenta) fa stridere la campana del buonismo a tutti i costi.

Eccola lì, la vera protagonista di Into The Storm: la forza di una Natura che diventa sempre più imprevedibile e sempre meno scontata (ce lo ricordano gli stessi personaggi, sul grande schermo), al punto di essere in grado di far tremare persino i muri dei migliori rifugi antitempesta. La chicca? Il tornado infuocato.
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