Heart of Stone Recensione dell’action movie con Gal Gadot su Netflix

Ecco la recensione di Heart of Stone. Un'avventura dall'alto valore produttivo, ma che si perde nella mancanza di originalità: il nuovo film Netflix con Gal Gadot nel ruolo di una spia affronta già visti cliché con una trama dall'andamento prevedibile.

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Il panorama dei b-movie su Netflix, spesso caratterizzati da un’approccio cinematografico al ribasso e da storie concepite in serie, si arricchisce di un nuovo arrivo: “Heart of Stone”, l’ultimo titolo lanciato dal gigante dello streaming on demand. Tuttavia, come spesso accade in questo genere, l’opera mostra i segni evidenti dei suoi limiti, immergendosi in uno stile derivativo che non riesce a offrire quel sussulto di originalità tanto atteso. L’approccio sicuro ma prevedibile sembra portare il film in una spirale discendente verso la mediocrità.

Recensione Heart of Stone: Gadot in Azione in un Nuovo Thriller Netflix dal Sapore Derivativo

Fin dalle sue prime fasi, emerge chiaramente come Rachel Stone, agente dei servizi segreti e spia interpretata da Gal Gadot, sia un omaggio femminile al celebre personaggio di Ethan Hunt della saga “Mission: Impossible”. Il prologo, ambientato sulle Alpi italiane della Val Senales e che precede i titoli di testa, vede la protagonista coinvolta in corse spericolate e addirittura lanciarsi nel vuoto con un paracadute illuminato, richiamando immediatamente all’iconico stile di Tom Cruise. Nonostante questa vena di omaggio, la sequenza sembra isolata e poco connessa al resto del film, un set-piece sfarzoso ma discostato dal design d’azione accurato.

La trama si sviluppa successivamente come un film tipico del suo genere, rientrando in quella serie di produzioni adattate all’algoritmo che spesso caratterizzano i cataloghi dei servizi di streaming. Gadot, pur restando un’icona carismatica, sembra mancare dell’intensità necessaria per portare la sua agente speciale del MI6 britannico all’altezza di uno script che tende a rimanere sulla superficie. La storia segue Rachel Stone mentre lotta contro un hacker per impedire il furto di un dispositivo pericoloso. Tuttavia, la sua doppia vita la vede operare sotto copertura anche per l’organizzazione Charter, specializzata in tecnologie avanzate.

Tra le pieghe dell’avventura emerge un oggetto cruciale, “il Cuore”, che si rivela essere un’arma potente in grado di destabilizzare l’equilibrio globale. L’uso delle intelligenze artificiali nell’intrigo, tematica attuale e di spessore, aggiunge profondità al plot, richiamando i dibattiti in corso su queste tecnologie.

Con un titolo dal duplice significato, “Heart of Stone”, il film gioca sul doppio piano semantico dell’oggetto centrale della trama e della condizione emotiva della protagonista. Mentre la storia cerca di infondere tensione emotiva, spesso cadendo in cliché eccessivamente evidenti, l’attenzione è anche rivolta alle suggestive location scelte per l’ambientazione, come le Alpi italiane, la Praça do Comércio di Lisbona, il deserto del Senegal e i paesaggi islandesi di Reykjavík.

In definitiva, “Heart of Stone” si inserisce perfettamente tra le offerte estive, fornendo un intrattenimento leggero e dall’alto valore produttivo. Tuttavia, la mancanza di originalità e l’aderenza a formule già sperimentate rendono l’esperienza meno coinvolgente di quanto si potrebbe sperare. Resta da vedere se questo titolo riuscirà a conquistare gli appassionati del genere o finirà per gettare l’ombra di uno standard prevedibile su un potenziale thriller avvincente.

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