Abbiamo visto Ghostbusters e lo abbiamo già recensito, e su quell’opinione, sinceramente, non c’è nulla da eccepire. Dal punto di vista critico, il film è da stroncare. È carico di stereotipi, strizzatine d’occhio ai fans di vecchia data (ma più che altro, raggiungono una quantità da tic nervoso) e privo di qualsiasi originalità di plot. Due scienziate un po’ stralunate, una che “se la tira”, una che non c’entra nulla che ha umili origini e mestiere (e, viene da dire, alla faccia del politically correct è una donna di colore). Il busto di Harold Ramis, Bill Murray critico dell’occulto, Dan Aykroyd tassista esperto in comparizioni ectoplasmatiche (e nessuno lo nota), Ernie Hudson parente di una delle protagoniste, Annie Potts portiera d’albergo (le auguriamo almeno di aver fatto carriera, dopo essere stata una segretaria) e Sigourney Weaver come mentore della più squinternata delle acchiappafantasmi. Ah sì, ovviamente nemmeno loro vogliono farsi chiamare tali, e il bello ma tonto Chris Hemsworth decide da sé, quando impara a rispondere al telefono. Manca solo Rick Moranis e il quadro di famiglia è completo, tanto più quando si riuniscono nella “vecchia” caserma dei pompieri. C’è pure Slimer.
Ed è un quadro che non ha nulla di nuovo: l’idea di questo gruppo male assortito, i flussi negativi che attraversano New York, la parata con i pupazzi gonfiabili (e nemmeno a dirlo, indovinate quale è quello che dà più problemi al quartetto?). Nulla sa di nuovo. e francamente, Hemsworth con un personaggio così cerebralmente lento, non si può vedere.
Ma alla fine dei conti, questo Ghostbusters…
…Funziona. Chi come la sottoscritta è entrata in sala pestando i piedi, col broncio e con un milione di intenzioni per non farselo piacere, alla fine non staccava il naso dallo schermo. C’è una strana chimica, un’alchimia particolare che fa funzionare il film nonostante tutto questo. Le attrici sono le prime a funzionare: Kate McKinnon è azzeccatissima nel suo ruolo più pazzoide, Leslie Jones è così nigga da essere perfetta, Kristen Wiig ha la giusta puzza sotto al naso (anche se pare un po’ conciata troppo fotocopia estetica di Jennifer Aniston, sinceramente), e Melissa McCarthy tiene il confronto e tiene bene anche il suo ruolo autoironico. Nonostante, personalmente, non l’apprezzi molto (o quasi per nulla, a dir la verità). L’unica figura che, nel suo complesso, continua a stonare è quella del tonto esasperato di Chris Hemsworth.
Anche la scelta di non far mai sentire, durante il film, la canzone originale, è più che sensata. sarebbe stato troppo, sarebbe stato uno schiaffo in faccia… Mentre i remix e cover vari passano quasi sottotono, riescono a non farsi notare come invadenti. così, Ghostbusters 2016 funziona, e funziona anche bene, perché fa ridere, perché gli effetti speciali sono inevitabili e non sono invadenti come ci si poteva aspettare (visione del film non in 3D), e perché… Si ride. Fa ridere, coinvolge lo spettatore, in qualche modo, con una alchimia inattesa. E lo dice proprio una che non voleva assolutamente farselo piacere.