Ender’s Game – La recensione

Il protagonista di Ender’s Game è Asa Butterfield la piccola star del commovente film “ Il bambino con il pigiama a righe”.
Asa Butterfield in questo nuovo film (tratto dal un romanzo “Young Adult” di Orson Scott Card) interpreta il dodicenne Ender Wiggins concepito per diventare un leader ma che mostra un carattere debole (fino ad un certo punto) ragion per cui viene monitorato costantemente da Colonnello Graff che vuole fare di lui a tutti i costi un capo che guiderà le truppe di bambini-soldato durante la difesa dagli attacchi alieni.

Infine Ender viene ammesso al programma speciale della Battle School (che si trova in una stazione spaziale orbitante) in cui s’insegna a determinati bambini la strategia di guerra e li si prepara fisicamente e mentalmente al combattimento con simulazioni. Ender Wiggins se da un lato mostra di voler compiacere i suoi superiori da un altro lato mostra di essere indipendente pone domande, vuole approfondire le questioni, domanda a se stesso se sarà in grado di essere all’altezza delle aspettative. Il Colonnello Graff ci scommetterebbe ma Ender sarà davvero un buon leader?

Al di là della tematica dei bambini-soldato affrontata in chiave fantascientifica predomina decisamente il tema del bullismo e della pressione delle aspettative adulte nei confronti dei bambini/adolescenti troppo spesso lasciati soli a far fronte alle richieste di un mondo per cui non sono ancora completamente pronti. Bene Harrison Ford che è il solito grande attore anche se qui leggermente meno espressivo del solito ma Asa Butterfield appare troppo passivo, rigido e costruito, privo d’espressione. Nel complesso il film si guadagna un sei su dieci non è proprio noioso ma non ha una trama di chissà quale spessore, interessante lo scenario ma dialoghi banali e personaggi prevedibili.

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