… E fuori nevica! – Recensione

Una commedia teatrale di quasi 20 anni, per certi versi innovativa ai tempi, presentata nuovamente al grande pubblico con il cast originale, ma stavolta sugli schermi cinematografici.

… E fuori nevica! è la commedia scritta, diretta e interpretata da Vincenzo Salemme che ha divertito gli italiani sin dal 1995 e ora tornata in una nuova veste per intrattenere i più grandi, ma anche i nuovi spettatori.

La storia è semplice: tre fratelli, molto diversi tra loro, che in seguito alla morte della madre sono costretti a una convivenza tanto forzata quanto insostenibile.

La rappresentazione ebbe un successo incredibile al debutto, ma Salemme deve fare ora i conti con due grosse sfide: adattare un testo teatrale per il cinema e superare l’ostacolo del cambio generazionale.

Per quanto riguarda l’adattamento, il regista sceglie di non apportare pesanti modifiche lungo il districarsi della pellicola e preferisce, come lui stesso ammette, riporre la propria fiducia negli attori. Dopotutto, tra i membri del cast scorre una profonda amicizia e una duratura collaborazione professionale. Impossibile non notare la spontaneità che emerge durante alcune sequenze del titolo; tutti gli interpreti vestono bene il proprio ruolo, ma la scintilla scocca quando i personaggi interagiscono tra loro, dando luogo a teatrini a volte surreali ma rappresentati con naturalezza.

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Ottima, dunque, l’intuizione di mettere su una vera e propria reunion, che è il sale di questa commedia (QUI il Photocall con i protagonisti del film). Carlo Buccirosso, nei panni dell’ansioso fratello Stefano, sfoggia tutte le sue abilità di caratterista, dando vita a un personaggio nevrotico al punto giusto; Nando Paone non è da meno e interpreta il fratello Cico, calandosi bene nella parte più emblematica e controversa della pellicola. Cico è infatti affetto da una forma di autismo e, se trasposto con superficialità, il personaggio può facilmente risultare irrispettoso nei confronti di chi vive a contatto con tali condizioni.

Salemme e Paone riescono insieme a costruire una figura interessante, fonte di parecchie gag all’interno del film ma mai eccessivamente volgare. Cico non dà mai la sensazione di superare un certo confine e il suo umorismo mantiene il personaggio nei limiti del decoro.

 

Anche gli altri attori fanno il proprio dovere, Maurizio Casagrande nel ruolo dell’avvocato Saponetta su tutti, e alla fine, su questo lato, di performance realmente scadenti non è che ce ne siano.

Probabilmente l’anello più debole della commedia è proprio Salemme, nei panni del superficiale fratello Enzo, che non offre quasi mai spunti interessanti, bensì si limita a fare da spalla ai caratteri narrativamente predominanti degli altri fratelli. È teoricamente il fulcro della storia, è l’unico ad aver abbandonato il tetto materno, è un eterno bambino che non vuole crescere e che non sa prendersi le proprie responsabilità, eppure i suoi momenti non sono così brillanti come ci si aspetterebbe. L’unica sua funzione è quella di fare da (apparente) riferimento alla normalità in una famiglia in cui questo termine fa capolino di rado.

Poiché una commedia dovrebbe su tutto far ridere, sarebbe sciocco sorvolare su questo argomento  e bisogna dire che, sebbene alcune sequenze siano ben congegnate – soprattutto quella con l’avvocato “spagnolo”, in cui la chimica tra i protagonisti è evidente – il film cade troppo spesso vittima di battute eccessivamente scontate. A volte si ha la sensazione di ascoltare un audio-libro di barzellette che non funzionano quanto si vorrebbe e questo non aiuta la commedia a decollare; forse a inficiare il valore del film è proprio un adattamento cinematografico attuato non proprio egregiamente. A teatro, il calore che si crea in mezzo al pubblico e il rapporto quasi diretto tra quest’ultimo e i teatranti rendono l’atmosfera ben diversa rispetto al buio delle sale cinematografiche; battute che rappresentate dal vivo potrebbero magari far sorridere, uscite dalla bocca di personaggi su schermo non rendono lo stesso effetto e a rimanere sono gag fiacche e a volte ripetitive (come il ridondante “cornuti” pronunciato da Salemme).

Il dialetto napoletano aiuta dando colore al tutto, ma non basta per salvare il titolo che sfortunatamente si dirige verso il crogiolo di commediole italiane a cui ormai continuano ad abituarci. Salemme, inoltre, non sorprende positivamente con la messa in scena e la regia fin troppo televisiva finisce per confondersi con quella delle fiction nostrane. Comprensibile la decisione di variare il finale dell’opera originale, soprattutto per il tono assunto man mano dalla pellicola, ma confesso che una costruzione più studiata e la voglia di osare avrebbero sicuramente reso … E fuori nevica! una trasposizione più coraggiosa e, mi permetto di dire, azzeccata.

Dispiace, lo ammetto, soprattutto per il grande successo che aveva premiato la rappresentazione originale. Sono sicuro che tutti si siano divertiti girando il film, ma compio un azzardo dicendo che probabilmente questo adattamento non riesce a brillare come fece la commedia teatrale. Inserire argomenti come l’autismo e non essere volgari nel farlo, parlare di eutanasia – tema toccante negli anni ’90 come oggi – e le gag a volte così stralunate da divertire vengono sommerse dalle battute striminzite e dagli “immancabili” elementi della commedia italiana, come la storia d’amore con Margareth Madè, che si sarebbero potuti togliere con tranquillità, evitando che il film si omologasse alle tante commedie tricolore dei nostri tempi. Bocciare la commedia in sé sarebbe ingiusto; intuizioni che resistono al passare degli anni e una chimica palpabile tra gli interpreti sono punti a favore di questo adattamento, che se fosse stato realizzato con più cura e occhio per il mezzo cinematografico avrebbe potuto distinguersi maggiormente invece di rivelarsi un tentativo non riuscito al meglio.

… E fuori nevica! (QUI il trailer) arriverà nelle nostre sale il 16 ottobre, distribuito da Warner Bros. Pictures e prodotto da Cinema Undici e ChiÈDiScena. Diretto, scritto e interpretato da Vincenzo Salemme, il film vede nel cast anche la presenza di Carlo Buccirosso, Nando Paone e Margareth Madè, con la partecipazione di Maurizio Casagrande, Giorgio Panariello e Paola Quattrini.

Di seguito, la sinossi del film.

Enzo Righi (Salemme) è un cinquantenne che ha sempre vissuto sulle navi da crociera, cantando e suonando con risultati discutibili. Eterno immaturo, è allergico a qualsiasi tipo di responsabilità. Quando arriva la notizia della morte di sua madre, è costretto a rientrare a Napoli dove, dopo anni, incontrerà i fratelli Stefano (grande lavoratore che è stato molto vicino alla genitrice ormai defunta, ma che rischia di cadere in depressione per colpa della sua futura moglie) e Cico (affetto da una strana forma d’autismo e che si rivelerà molto più acuto di quanto gli altri possano pensare). Ad attenderli, una sorpresa: l’unico modo per ereditare la casa di famiglia è convivere tutti insieme. La quotidianità non si rivelerà affatto semplice e i tre fratelli ne vedranno delle belle… finché una trovata geniale e spietata di Cico risolverà il nuovo, complicato, “stato di famiglia”.

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