Corionalus – Recensione

Grazie a Nexo Digital e al National Live Theatre (che hanno concesso la distribuzione dello spettacolo teatrale nei maggiori cinema) arriva al cinema per un solo giorno, l’8 aprile, in lingua originale e sottotitolato in italiano, il dramma politico di William Shakespeare, “Coriolanus“. (tutti i cinema aderenti li trovate qui).
Lo spettacolo teatrale in sé, è stato proposto alla Donmar Warehouse, nel cuore di Londra, dal 6 dicembre 2013 al 13 febbraio 2014, (facendo sold out in tutte le rappresentazioni) e vede tra gli interpreti principali Tom Hiddleston nel ruolo di Coriolano e Mark Gatiss in quello di Menenio, per la regia di Josie Rourke.

Noi di MisterMovie vi proponiamo la recensione in anteprima!

La tragedia che si svolge in 5 atti, affronta i tema della manipolazione politica e della vendetta.
Composto tra il 1607-1608 e ispirato al leggendario condottiero romani Caio Marzio Coriolano, così come descritta dalle “Vite Parallele” di Plutarco e all’ “Ab Urbe Condita” di Tito Livio è stato  uno spettacolo voluto dalla regista, che nonostante sia una delle opere meno trattate di Shakespeare, rimane sempre attuale (e voluto anche per celebrare i 450 anni dalla sua nascita).

Il tutto viene ambientato a Roma, dove la città è in rivolta dopo che le scorte di grano sono state negate ai plebei, che secondo Coriolano non meritano per non aver servito l’esercito nella cacciata dei re etruschi della dinastia dei Tarquini. Due tribuni della plebe, Bruto e Sicinio, denunciano Caio Marzio, che lascia Roma quando arriva la notizia che l’esercito dei Volsci è pronto per dare battaglia ai romani. Il loro capo, Tullo Aufidio considera Coriolano come acerrimo nemico (nome assunto quando riesce ad espugnare la città di Corioli, con un esercito che era guidato da Cominio, sfidandosi in un duello che termina solo quando i soldati di Aufdio lo portano via).
Tornando a Roma, la madre Volumnia, incoraggia Coriolano a candidarsi alla carica di console, che dapprima non è convinto, ma poi cede.
Grazie al sostegno del senato vince senza problemi, avendo la meglio anche su chi si oppone a lui (i plebei). Ma Bruto e Sicinio aizzano una rivolta contro la sua elezione a console, e Coriolano critica duramente il concetto di governo del popolo, paragonando il permettere ai plebei di esercitare il potere sui patrizi al concedere “ai corvi di prendere a beccate le aquile“; viene quindi condannato come traditore e che sia mandato in esilio.
Una volta esiliato, si reca da Aufidio nella capitale dei Volsci, che gli propone di guidare il suo esercito contro Roma; la città è in preda al panico, Cominio e Menenio tentano invano di fargli cambiare idea, mentre vedendo la moglie, il figlio e la madre, riesce ad uscire dal muro invalicabile che si era costruito dopo la dichiarazione del suo esilio.
Coriolano, cerca di concludere un trattato di pace con i Volsci; tuttavia dei congiurati di Aufidio lo uccidono per il tradimento commesso nei loro confronti.

La rappresentazione teatrale si è svolta alla Donman Warehouse, un vecchio magazzino che veniva utilizzato come deposito di banane, e poi adattato a piccolo teatro; si viene quindi a creare una situazione “intima” tra gli attori e il pubblico che si trova di pochissimo distante dal piano scenico (come succedeva nei teatri elisabettiani).
Essendo un vecchio magazzino, è molto difficile riuscire ad adattare il luogo, scenograficamente parlando, nell’età imperiale di Roma; ecco che quindi vengono usate luci molto forti che cercano di dare profondità alla scena, e cercando con varie scritte illusorie fatte dai plebeo, di riprodurre quelle che realmente si trovano sui muri romani dell’epoca, nella nostra Roma.
Scenografia e costumi risultano un misto tra il moderno e l’antico; è molta la fantasia che è stata usata, grazie alla molteplice disposizione delle sedie, che fungono come le difese presso i colli romani, oppure usate per creare l’ambiente del campidoglio; i costumi invece possono delinearsi “a strati”, generalmente moderni ma con pseudo-tuniche, spade e armature del tempo.

Uno spettacolo eccellente dunque, che ha saputo reinventarsi, proponendo un argomento che rimane sempre attuale, e dove viene sempre usato a piacimento il termine “democrazia”.
L’attore trainante è proprio Tom Hiddleston, che dando una delle sue performance migliori (per la quale si guadagna una nomination come miglior attore agli Laurence Olivier Award), riesce a proporre una versione di Coriolano giovane (solitamente viene interpretato da attori che vanno dai 45-50 anni), con brevi istanti di ironia, ma con una espressività tale che potrebbe essere visto anche senza audio (la rappresentazione è molto urlata proprio per lo strazio della famiglia di Coriolano, che è diventata una persona che aspira solo alla vendetta senza rendersi conto del male che fa a chi gli sta accando, dei lamenti del popolo di Roma per la guerra, e delle grida dei combattimenti).
Gli altri attori non sono da meno, essendo stati scelti con cura per il dovuto ruolo e mostrando una chiara espressività del volto che fa rabbrividire.
Come Diderot diceva, il vero teatro è quello che si deve capire in toto, solo guardando e avendo le orecchie tappate.

Per chi ama Shakespeare e anche per chi desidera vedere Tom Hiddleston in un ruolo che niente ha a che vedere con Loki, F.S.Fitzgerald e con War Horse, andate a vederlo; verrete portati in una prospettiva del tutto diversa dal solito teatro, un diverso che di solito può fare paura, ma che in questo caso ha dato un tocco in più al senso di immedesimazione (per quanto una presentazione cinematografica non renda come il teatro, appunto).
A voi i commenti, ma sono certa che ne resterete entusiasti.

Se desiderate vedere tutta la preparazione dello spettacolo, accedere alle schede di tutti gli interpreti ed ai vari commenti delle maggiori testate giornalistiche inglesi, potete andare a informarvi sui siti ufficiali, per esempio qui e anche qui .

Articolo di Mara Siviero

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