Esce oggi al cinema Come il vento, il nuovo film di Marco Simon Puccioni, ispirato alla storia vera di Armida Miserere, la donna che durante gli anni Novanta svolge un lavoro che è prettamente maschile, quello di direttore del carcere. Sfidata dai detenuti e sfibrata dalla vita nei penitenziari, Armida sogna un futuro insieme al suo compagno, Umberto Mormile, educatore nelle prigioni, che viene però assasinato.
Questo episodio rende la donna decisa più che mai a voler scoprire i colpevoli e nel voler rendere giustizia ai crimini compiuti nel nostro Paese. Si butta a capofitto nel lavoro non fermandosi davanti a niente e a nessuno, e accetta di andare a dirigere Pianosa, il supercarcere riaperto per sorvegliare i mafiosi più pericolosi.
Undici anni dopo, Armida riesce ad ottenere giustizia per l’assassinio di Umberto, ma il processo getta inesorabilmente delle ombre sulla figura del suo compagno e questo porta alla progressiva fragilità della donna che si lascia andare. Fino a che, nel 2003, durante il Venerdì Santo, si suicida, con la speranza di poter finalmente ricongiungersi con il suo amato.
A dare il volto ad Armida è una strepitosa Valeria Golino, che interpreta una donna il cui carcere era una vera e propria missione da svolgere nel rispetto dei colleghi e dei condannati. Minuta, esigente, inflessibile, ma anche ironica, la donna si mostra senza trucco, e fa trasparire dal suo volto tutti i sentimenti che nel corso del film prova: dalla rassegnazione alla rabbia, dalla solitudine all’ultimo atto, quello più estremo e irreversibile.
Nel corso dei 20 anni la voglia di vivere della protagonista viene consumata fino al compimento di un atto estremo, il suicidio, che è da interpretare come un vero e proprio atto di accusa nei confronti di una società corrotta. Gesto, questo, che non deve essere interpretato come codardia, ma al contrario. Solo chi è vivo dentro, infatti, può morire e, come il vento (da qui il titolo del film), può continuare a vivere libero.
Un film solido che segue un modello classico, quello del lento processo di emarginazione di un individuo che non vuole piegarsi. Armida viene isolata dagli altri e lasciata in balia del suo dolore, e questa ossessione viene sottolineata dal regista con i continui primissimi piani sulla Golino, il cui volto angoscioso sembra imprigionato nel dramma per la perdita della persona amata.
Umberto, l’uomo irrequieto che viene ucciso per non essersi lasciato corrompere da un boss, ha lo sguardo profondo e disperato di Filippo Timi, nel cast insieme a Francesco Scianna e Marcello Mazzarella.
Come il vento non vuole essere un omaggio per celebrare Armida Miserere, ma vuol essere un’indagine dettagliata sulla vita di una donna comune, forte ma allo stesso tempo fragile, che vive e e muore per la stessa ragione, la lotta per la giustizia.
Un film asciutto e robusto che alterna momenti di intensa commozione ad altri in cui respira il senso di tragedia che incombe sulla storia, senza cadere nel patetico o risultare scadente.
Selezionato fuori concorso al Festival Internazionale del film di Roma 2013, Come il vento è il prodotto di una co-produzione italo-francese Intelfilm – Les Films du Present, in associazione con Andrea Iervolino e Amovie, ed è distribuito da Ambi Pictures.