L’estate che stiamo trascorrendo è a dir poco fiacca dal punto di vista cinematografico. A parte rari casi, in Italia quest’anno si è lasciato prevalentemente spazio a un paio di blockbuster, ennesimi sequel di saghe che cominciano a risultare stantie, o di titoli che seguono la moda del momento risultando però senza anima.
In un clima come questo, Chef – La ricetta perfetta appare come un’oasi nel deserto. Non è il capolavoro della stagione, né una commedia da manuale di Billy Wilder, ma contiene una genuinità che non può che infondere buonumore nello spettatore.
Il film è diretto, sceneggiato, prodotto e interpretato da Jon Favreau, che molti di voi conosceranno per aver diretto i primi due Iron Man (in cui interpretava anche Happy Hogan, guardia del corpo di Stark). La comicità era una caratteristica determinante nelle due pellicole e Favreau aveva dimostrato di saper bilanciare bene azione e umorismo; dopotutto, il regista veniva già dall’acclamato Elf con Will Ferrell e non era dunque nuovo al genere.
Per il suo ritorno alla commedia, Favreau decide perciò di occuparsi dell’intera realizzazione del progetto e sceglie come tavolo da gioco il mondo culinario. Protagonista è infatti Carl Casper, geniale chef impiegato in un rinomato ristorante, che non gli permette però di esprimere tutta la sua creatività e per questo decide di ricominciare daccapo aprendo un food truck.
Alla base di Chef c’è il desiderio di mostrare l’amore incondizionato che si cela dietro la cucina e, di conseguenza, dietro ogni arte. Sin dalle prime immagini, veniamo allettati da piatti di ogni genere in cui traspare una grande attenzione nella riproduzione di prelibatezze, di cui sembra di sentire il profumo, facendoci venir voglia di prendere d’assalto il primo locale appena usciti dalla sala.
Favraeu dà l’impressione di essere un cuoco provetto, capace di maneggiare ingredienti e utensili come se fosse la sua reale vocazione. Di questo va ringraziato Roy Choi, chef coreano tra i fondatori del movimento food truck, che ha seguito gli interpreti lungo tutta la preparazione della pellicola; ogni piccolo dettaglio alimentare è curato, anche che si tratti di un semplice toast, preparato con la perizia di un chirurgo. Il film vuole infatti trasmettere la felicità che si ottiene dalle piccole cose, spesso trascurate poiché presi dalla vita che scorre; tutti così indaffarati a lavorare, a “mantenerci”, diventiamo automi incapaci di passare un’ora coi nostri cari semplicemente godendoci il momento. È un messaggio trito e ritrito, impossibile da negare, ma il modo in cui Chef lo mette su schermo è tutt’altro che ostentato, senza la pretesa di essere una pellicola eccessivamente introspettiva o filosofica. Favreau bussa educatamente alla nostra porta e ci chiede se non sia meglio, quando ci sentiamo ingabbiati dalla routine quotidiana, darci una bella scrollata e riflettere su quello che è probabilmente il sogno più grande di ogni individuo: vivere essendo se stessi.
Passando ai protagonisti, anche questi sono così universali (ma tutt’altro che anonimi) che non simpatizzare per loro è quasi impossibile. Su tutti, un plauso alla moglie e al figlio di Carl, rispettivamente interpretati da Sofia Vergara (la Gloria Delgado-Pritchett della sitcom Modern Family) e il giovanissimo Emjay Anthony (già visto in È complicato); Vergara riesce a dar vita a uno di quei pochi ex partner non necessariamente avvelenati con il vecchio compagno, mentre Anthony interpreta un ragazzino al passo coi tempi, senza però risultare il tipico genietto e offrendoci un personaggio tutt’altro che stucchevole, bensì autentico. Il suo rapporto con il padre potrebbe essere quello di qualsiasi genitore separato con il proprio figlio ed è la chiave che ci permette di comprendere il cuore del film.
Anche John Leguizamo e Bobby Cannavale fanno la loro parte, aggiungendo, soprattutto il primo, quel tocco latino già incarnato da Vergara e dal cibo protagonista nella seconda parte del film. C’è spazio anche per i camei di vecchi amici, quali Scarlett Johansson, Dustin Hoffman e Robert Downey Jr., che fa sempre piacere vedere in azione, anche in piccole parti spensierate all’interno di un titolo così familiare.
Favreau, nella realizzazione del progetto, si è sicuramente incentrato più sulla scrittura e sull’interpretazione che sulla regia, la quale segue semplicemente le vicende senza godere di particolari trovate, se non l’idea di rappresentare la diffusione della fama di Carl Casper su Twitter mostrando direttamente i tweet prendere il volo sullo schermo. Il tema di internet e della tecnologia, infatti, è sempre presente nella pellicola, ma è interessante notare come non si voglia darne necessariamente un’immagine positiva o negativa; si tratta solo di raccontare quanto la tecnologia sia divenuta parte integrante della nostra esistenza e di come possa innalzare o distruggere la carriera di qualcuno in pochi secondi. Viene sottolineata la sua grande forza mediatica e interattiva, che se usata intelligentemente può costituire un valido alleato, evitando però di rinunciare a quelle gioie di cui si parlava precedentemente.
In fin dei conti, dunque, Chef – La ricetta perfetta è un buon film per l’estate. Cerca di trasmettere i propri valori, ma lo fa senza risultare pedante. In una stagione incentrata sull’artificioso e l’adrenalinico a ogni costo, farsi trascinare in questa storia familiare, genuina quanto l’amore con cui vengono preparate le pietanze che ci accompagnano per la durata del film, è un vero e proprio ristoro. Ed è questo che potrà conquistarvi di questa pellicola, non le battute sagaci con cui ridere a squarciagola, ma la consapevolezza che uscire ogni tanto dalla sala con un sorriso sul volto non fa poi così male.
Firmato Aldamisa Entertainment e distribuito in Italia da Warner Bros.,Chef – La ricetta perfetta arriverà nelle sale italiane mercoledì 30 luglio (qui il trailer originale). Diretto, sceneggiato, prodotto e interpretato da Jon Favreau, il cast è inoltre composto da Sofía Vergara, John Leguizamo, Scarlett Johansson, Oliver Platt, Bobby Cannavale, Dustin Hoffman e Robert Downey Jr.