Qualsiasi film i Walt Disney Animation Studios avessero realizzato quest’anno, il titolo in questione avrebbe dovuto scontrarsi con il colossale successo di Frozen – Il regno di ghiaccio, divenuto il primo lungometraggio d’animazione presente fra i 5 maggiori incassi cinematografici della storia. La Disney ha deciso di giocare tuttavia la carta della novità e dopo essere tornata ai classici delle principesse con Frozen (non privo di piacevoli intuizioni), l’idea è stata quella di unire l’animazione disneyana con i fumetti Marvel sui supereroi; è così che nasce Big Hero 6.
Vagamente ispirato all’omonimo fumetto di Steven T. Seagle e Duncan Rouleau, Big Hero 6 prova a riprodurre nel campo dell’animazione il risultato ottenuto dal connubio Disney/Marvel con i supereroi nel mastodontico progetto live-action ormai in moto da anni. La coppia scelta per dirigere il titolo è composta da Chris Williams e Don Hall: il primo, regista di Bolt e tra gli sceneggiatori dei classici Mulan e Le Follie dell’Imperatore; il secondo, regista di Winnie the Pooh – Nuove Avventure nel Bosco dei Cento Acri e autore della sceneggiatura di Big Hero 6 assieme a Jordan Roberts (La marcia dei pinguini).
Protagonista della pellicola è Hiro Hamada, giovane prodigio della robotica, il quale forma un gruppo di supereroi con i propri amici e il suo compagno robot Baymax per combattere un’oscura figura che minaccia la città di San Fransokyo.
Già nell’ambientazione, e in special modo nella città in cui si svolgono le vicende, risiede il primo elemento intrigante della pellicola. La Disney decide infatti di ricreare un mondo di supereroi in un contesto che mescoli Oriente e Occidente; San Fransokyo si dimostra una metropoli ricca di grattacieli e colori digitali, come una vera e propria Tokyo moderna, ma abbandonando lo skyline, avvicinandoci al suolo e in particolare alle abitazioni dei protagonisti, scopriamo anche il lato urbano tipico di San Francisco, in cui si fondono architettura moderna e vittoriana, con tanto di rete filotramviaria che collega la città.
Nella sua costruzione, la città è gestita splendidamente ed è sicuramente uno dei punti forti del film, che è semplicemente uno spettacolo da guardare. Ogni scena è ricca di dettagli e quasi ci si perde nel trovare rimandi, negli elementi scrupolosamente posizionati e nella splendida contaminazione orientale, soprattutto per il pubblico che abita dalla parte opposta del globo.
Per un amante del genere, poi, l’incursione della fantascienza è davvero un toccasana, soprattutto per quello che è un altro degli elementi più intriganti del film: i minirobot. Non voglio dilungarmi troppo, perché anticiperei ciò che è meglio lasciare alla scoperta dello spettatore, ma questi piccoli robot sono davvero fenomenali nel loro utilizzo e non voglio nemmeno pensare al lavoro svolto per animare il tutto.
Lasciando da parte il livello tecnico, che si palesa a uno standard addirittura superiore di quello mostrato in Frozen, a conquistare di questo Big Hero 6 sono l’equilibrio e la grazia con cui la storia è costruita e si sviluppa. Qui si nota maggiormente la scelta azzeccata dei registi, ognuno capace di portare un aspetto diverso al titolo: Williams con la sua esperienza nei film dal ritmo più action e serrato, Hall abile nel gestire situazioni meno concitate per dare spazio ai personaggi. Nessuno ha mai la meglio sull’altro, ma anzi lavorano in coppia subentrando sempre nel momento giusto; il film non evita i momenti più adrenalinici, abilmente gestiti in puro stile action senza risparmiarsi inseguimenti e combattimenti coreografati, ma sa anche togliere il piede dall’acceleratore e avvicinarsi con una lente d’ingrandimento ai protagonisti umani (e non solo), i quali si schiudono davanti ai nostri occhi. E questi ultimi, sono modellati con la cura con cui la Disney ci ha abituati grazie ai suoi grandi classici.
In mezzo al gruppetto di eroi, ognuno può trovare chi più gli si addice. Il maniaco dell’ordine, la tipa tosta ma leale, la ragazza svampita, il fan sfegatato di fumetti e supereroi… Tutti funzionano e sono immediatamente riconoscibili, anche cromaticamente, il che si dimostra molto utile quando si gioca con ben sei personaggi sullo schermo. Anche le loro armi sono studiate ad hoc, dalle lame laser di Wasabi alla geniale borsetta di Honey Lemon, che permette di creare dei micidiali composti chimici.
Sarebbe impossibile non parlare poi dei due protagonisti indiscussi della pellicola: Hiro e Baymax. Quest’ultimo, in particolare, è il simbolo vero e proprio del film, reinventato per l’occasione rispetto al fumetto. Il paffuto robot è una delle tanti chiavi di Big Hero 6 e conquista il cuore non appena appare sullo schermo, divenendo principale artefice dei siparietti comici del film, anche con vere e proprie sequenze slapstick. La sua forma tonda e rassicurante contrasta con il suo essere una macchina, qualcosa che per noi è privo di coscienza e sentimenti; il rapporto tra lui e Hiro si evolve esattamente come quello tra due esseri umani e anzi fa riflettere il fatto che Baymax si dimostri in fin dei conti più umano di molti altri. L’amicizia è il motore del film, che nel pieno rispetto delle tradizioni Disney, lancia un messaggio positivo e di speranza al pubblico, e non pensate che si limiti a trattare superficialmente i soliti temi ricorrenti in questi lungometraggi; oltre agli argomenti più classici, c’è spazio anche per tematiche più azzardate come la lunga e difficile elaborazione di un lutto, che non viene liquidata in quattro e quattr’otto, ma accompagna invece il protagonista per gran parte dell’avventura. Probabilmente, senza il sostegno dei suoi amici, tra cui ovviamente Baymax, Hiro non sarebbe riuscito ad andare avanti, a ridare un senso alla propria vita; quando siamo colpiti da una disgrazia, il baratro è proprio di fronte a noi ed è molto più semplice lasciarsi cadere che combattere, ma il dolore è una parte integrante della nostra esistenza e ciò che fa la differenza è il modo in cui ciascuno si rapporta e risponde a essa.
Merita un plauso anche l’adattamento italiano, soprattutto per le voci principali di Hiro e Baymax, doppiati da Alessio Puccio (voce italiana di Daniel Radcliffe) e Flavio Insinna, per la prima volta in cabina di doppiaggio. Buona anche la resa italiana di Immortals dei Fall Out Boy, brano scritto appositamente per il film, che si distingue anche da molti altri titoli Disney per non essere allestito come un vero e proprio musical.
Perciò, se questo Natale avete intenzione di godervi un buon film, Big Hero 6 è sicuramente uno di quei titoli che dovreste seriamente considerare, senza fare distinzioni d’età, perché siamo probabilmente di fronte a quello che è destinato a divenire un classico. Non è un film perfetto, soprattutto per alcune “licenze” nella sceneggiatura, ma quanti film lo sono veramente? Credo che se ripensando a un film, notandone le ingenuità, si passa tranquillamente sopra a queste perché nel complesso tutto il resto sembra aver funzionato a meraviglia, è difficile non comprendere che si è appena visto un gran bel film. Il matrimonio Disney e supereroi Marvel ha funzionato pienamente e se questi sono gli esiti delle sperimentazioni nella casa d’animazione, speriamo che continuino a stupirci con nuove improbabili trovate.
In Italia, inoltre, il film è portabandiera del progetto di MediCinema, Onlus che si impegna in tutto il mondo per portare sale cinematografiche negli ospedali e che, grazie a compagnie come la Disney Italia, sta facendo passi sempre più importanti tra cui la realizzazione della prima sala nel Policlinico Gemelli a Roma. Un progetto mirabile ed effettivamente, quale pellicola migliore per inaugurarlo in Italia se non questa, il cui protagonista è un Operatore Sanitario Personale?
Big Hero 6 uscirà in Italia il 18 dicembre. Il film è diretto da Chris Williams (regista di Bolt e tra gli sceneggiatori dei classici Mulan e Le Follie dell’Imperatore) e Don Hall (regista di Winnie the Pooh – Nuove Avventure nel Bosco dei Cento Acri), che si è occupato anche della sceneggiatura assieme a Jordan Roberts (La marcia dei pinguini). Il film sarà disponibile anche in 3D.
QUI potete trovare la conferenza stampa con Flavio Insinna, Virginia Raffaele e Moreno. QUI invece la photogallery completa dell’evento.