Between Us: recensione del film d’apertura del TFF 34

Si dà il via all’edizione 2016 del Torino Film Festival, arrivato alla 34a edizione, con il film inaugurale d’apertura: Between Us, del cileno Rafael Palacio Illingworth.

Torino Film Festival 2016: con Between Us

Non è un caso che l’edizione di quest’anno sia dedicata a David Bowie: per le strade di Torino c’è aria di cambiamento, proprio la stessa che si respira nei cinema e tra i film in programmazione alla kermesse del Torino Film Festival 2016. Più volte attore e stimabile cantante, incipit di metamorfosi che purtroppo questo gennaio ha anche lasciato un vuoto incolmabile in ognuno di noi, facendo della sua vita una crociata d’arte e fonte d’spirazione, ma anche l’unico ad aver saputo trasformare la morte in un grido di speranza, non la fine di un qualcosa bensì l’inizio che solo una black star può fare. Più volte davanti la macchina da presa, lo ricordiamo in uno dei lavori più famosi Absolute Beginners di Julien Temple (da cui una scena n’è tratta per il Poster di quest’anno), ha saputo dar vita ad un qualcosa di magico, e spronare gli animi di quelli che stanno a metà, come gli indecisi: tutto si basa sulla forza dell’amore, quella grande potenza che compone il cosmo e va troppo spesso in contrasto con le leggi della fisica dettate dall’uomo.

Recensione Between Us: la forza dell’amore

Su queste stesse basi prende vita la 34a edizione insieme al film d’apertura Between Us: non il semplice voler comprendere l’amore, non il voler insegnare ad amare perché un manuale da seguire non c’è e non potrà mai esistere, ma il poter avere la presunzione di raccontare una storia a tratti banale, che però ha accomunato da sempre il genere umano: la consapevolezza che odio ed amore sono la stessa cosa.

Una linea sottile spezzata dalla quotidianità carpita dalle inquadrature di Rafael Palacio, e dei protagonisti di questa storia travagliata: quella di Analeigh Tipton e Ben Feldman.

Una coppia di trentenni a LA: un filmmaker che deve dare seguito a un promettente esordio e una donna in carriera. Vivono felici finché l’ipotesi di una nuova casa li porta al matrimonio. E proprio quel giorno, quando tornano soli e perplessi dal municipio, scoppia un litigio. Il cinema indipendente americano al suo meglio, per una commedia drammatica alla Cassavetes. Con Olivia Thirlby (Juno), Ben Feldman (Mad Men) e un cameo di Peter Bogdanovich.

In questo nuovo sguardo, la prospettiva che Palacio ci pone davanti è quella di una coppia vissuta da tempo, non assolutamente pronta alla convenzionalità della vita che però tutti si aspettano di vedere ed al rifiuto inconscio dell’amarezza che comporta il peso dell’amore regolato dalle vicissitudini del rapporto, non abbastanza maturo per il grande passo. I sogni e desideri contrastanti del partner però sapranno diventare una lezione di vita per sé stessi, fino al raggiungimento dell’esperienza e conoscenza dell’essere veramente umani, non prima di riuscire ad avere il giusto rimpianto, l’amaro verso che altro non è che il prezzo per il riscatto che poterà la coppia al giusto percorso che li farà diventare un unica entità fatta di luce ( vedrete un finale perfetto!).

D’altronde cos’è amare se non il saper accettare i pregi ed i difetti di un’altra persona?

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