Batman v Superman: in difesa del film DC

Come si suol dire, il mondo è bello perché è vario. Questo detto popolare vale per ogni aspetto della vita, comprese le opinioni personali.

Di “Batman v Superman” si è detto molto, pure troppo, sin da quando è stato annunciato. È stato un film travolto da critiche ancor prima che venisse stabilito l’inizio delle riprese e, adesso che il mondo ha avuto modo di vederlo, sembra che si sia scatenata la gara a chi lo trova più brutto.

Poche ore fa, abbiamo pubblicato un articolo che espone i punti deboli della pellicola DC (se volete leggerlo lo trovate QUI) e adesso mi vedo in qualche modo obbligata a spezzare una lancia in favore del vituperato lungometraggio.

Cominciamo con il Batman di Ben Affleck.

In tutta onestà non ho mai avuto un’opinione in merito alla bravura di Affleck (che presto dirigerà e interpreterà un film stand alone proprio su Batman). Mi è comunque parso eccessivo l’accanimento dei fans del Cavaliere Oscuro contro di lui anche perché, a mio avviso, la sua interpretazione è stata assolutamente azzeccata.

Nel film, il pipistrello di Gotham è un uomo di mezza età (massiccio ma sicuramente non imbolsito come molti sostengono…) che, per tutta la vita, è stato ossessionato dalla tragica morte dei genitori e, in senso lato, dal fatto di non avere il controllo sugli eventi. Per questo motivo, forte dei suoi miliardi, ha deciso di riequilibrare la bilancia in favore dei giusti, usando estrema violenza e gadget all’avanguardia. Il Batman di Ben Affleck è pieno di rancore, si guarda indietro e capisce di avere in qualche modo perso la sua battaglia.

Il fatto che ricordi i genitori in diverse occasioni, è solo un espediente che sottolinea il suo stato psicologico. La DC sa benissimo che ormai tutti conoscono la sua tragica storia e non la reitera all’infinito come inutile promemoria, anzi.

Di sicuro in molti avranno paragonato il canuto e possente Batman di Zack Snyder a quello più disinvolto e giovane di Christopher Nolan ma il confronto è inconcludente e fine a se stesso. Stiamo parlando di due registi diversi, di sue interpreti diversi, di due fasi diverse della vita del supereroe e, soprattutto, di film che hanno intenzioni diverse.

Il Batman di Snyder è infelice e proietta questa sua rabbiosa melanconia sull’uomo in tuta blu, sull’alieno indistruttibile che per Bruce Wayne rappresenta la sfida suprema e la legittimazione di una vita passata cercando di punire i malvagi.

Il Superman di Henry Cavill, anche lui straziato dalla perdita del padre e dalla sua natura non umana, è l’incarnazione di ogni male per l’Uomo Pipistrello che forse un poco lo invidia ma soprattutto lo teme. Clark Kent è la kryptonite di Wayne, è la paura definitiva che, una volta sconfitta, gli restituirà (forse) un po’ di pace.

Ammetto di non aver mai apprezzato il personaggio di Superman, troppo buono, troppo forte, troppo tutto. Henry Cavill, però, riesce, pur non essendo il massimo in quanto ad espressività, a dargli un certo spessore, a renderlo tormentato quasi quanto la sua controparte umana.

La Wonder Woman di Gal Gadot, anch’ella aborrita dai più, si è dimostrata più forte (in tutti i sensi) di quanto ci si sarebbe aspettati da un personaggio con relativamente poche scene. Si svela solo all’ultimo nel suo ruolo di eroina, aiutando i protagonisti nello scontro finale e facendo ben sperare per il suo debutto in solitaria.

Nota dolente, invece, il Lex Luthor di Jesse Eisenberg, forse l’unico davvero fuori parte. Il suo Lex è un villain chiaramente malato e sopra le righe che penalizza l’intera pellicola (proprio non riesco a difenderlo…).

Ma il vero punto debole di “Batman v Superman” è stata la fretta.

Con la Marvel già arrivata alla terza fase del suo Cinematic Universe, la DC è stata costretta a compiere una scelta azzardata ovvero, condensare un intero cosmo di personaggi in un unico film (seppur lungo).

“Batman v Superman” è diventato così una sorta di prologo per l’Universo DC in fase di creazione (QUI trovate le pellicole che ne faranno parte) e mi chiedo se non sarebbe stato meglio dividere questa overture in due, anche per introdurre in modo più appropriato gli altri membri della Justice League: Aquaman, Flash e Cyborg.

Il pericolo paventato da molti, infatti, era che si mettesse troppa carne al fuoco ed è stato così. Alcune scene del film risultano eccessive e confuse, prima fra tutte, quella che riguarda il sogno/visione di Batman, funestato da uno spietato Superman e da creature alate altrettanto feroci. Anche il temibile Doomsday, abominio kryptoniano dai poteri quasi illimitati, si è trovato relegato nell’ultima parte della pellicola nonostante la sua notevole importanza nella continuity dell’alieno Kal El.

In conclusione, la DC ha forse chiesto troppo alle sue creature, spinta dalla guerra per la supremazia al Box Office, ma ha cercato di creare qualcosa di diverso e di questo bisogna rendergliene merito. Di sicuro questo film non è uno dei più brutti mai girati sui supereroi (davvero vogliamo metterlo sullo stesso piano di “Lanterna Verde” e “Daredevil”?).

Sì, i dialoghi tra i personaggi non sono spensierati o intervallati da battute che stemperano la tensione e così deve essere.

Se andando a vedere “Batman v Superman”, le persone si aspettavano siparietti comici e sorrisi sornioni, hanno completamente frainteso le intenzioni di Zack Snyder e della Warner Bros..

La produzione della DC è sempre stata caratterizzata da una certa cupezza ed introspezione, ben lontana dalle atmosfere adolescenziali di alcuni prodotti Marvel (ho detto alcuni, badate bene!).

Volete favole a lieto fine? Allora state cercando nel posto sbagliato.

ATTENZIONE SPOILER

L’unico momento che mi ha strappato un ghigno, lo confesso, è stato quando Superman, sul punto di avere la peggio, chiede a Batman di salvare sua madre Martha. Non ho potuto fare a meno di domandarmi: ma se la madre di Clark Kent si fosse chiamata Jane, come sarebbe andata a finire?

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