Bad Moms – Recensione: volgarità patinate

Bad Moms sarebbe, se al posto della Kunis e Co. ci fossero stati Boldi e De Sica, il nuovo perfetto film di natale. Comicità fatta di “cazzi”, “scopare”, di un sessocentrismo facilone che punta sulla volgarità per strappare una risata. Regia e fotografia più che patinate, perfetti specchi di finzione della finta realtà che si prova a criticare. Tolto questo, è la solita commediola americana che confonde morale con normale, e bravo con benpensante.

Bad Moms – Mamme molto cattive:  cattive o solo imbarazzanti?

Amy (Mila Kunis) ha due figli che vanno alle medie, un cane, un lavoro stressante, un marito che la ignora. Si trova a fare i conti con tutte le piccole nevrosi quotidiane derivanti dall’essere madre, moglie e lavoratrice. Perenne ritardatrice. Al lavoro è vessata dal capo. A scuola deve fare i conti con l’insopportabile presidentessa del comitato dei genitori (Christina Applegate). Tutto questo dura fino a che non scopre il marito masturbarsi davanti a una tizia nuda in webcam. Si rompono gli argini della sua pazienza: manda a cagare marito, capo e presidentessa, e fa comunella con altre due mamme disagiate (Kristen Bell Kathryn Hahn).

Da lì è monomania sessuale, alcolica, dell’eccesso. Del “posso fare tutto quello che non ho osato mai fare” (leggi: crisi adolescenziale di mezza età in anticipo). Questo nuovo atteggiamento la porterà inevitabilmente ad avere problemi in famiglia, scuola e lavoro; non senza però darle un po’ di respiro.

I caratteri vengono fuori bene. Il problema (comune a troppe commedie americane) è che si tenta a sprazzi di dare profondità a delle evidenti macchiette. Quello che risulta è un pasticcio di frasi pseudoprofonde alternato a momenti d’idiozia molto poco realistica.

Moralina finale che rinnega i due estremi (inesistenti) di eccesso e perfezione, in nome di una normalità imperfetta. E l’idea della donna ne esce schizofrenica e degradata: divisa tra figli e sesso. Come se il “lasciarsi andare” di una madre, il suo desiderio più profondo, debba per forza essere il farsi una bella scopata. Confusione tra realismo e volgarità. Si può parlare di sesso senza dover per forza mimare col cappuccio di Kristen Bell la masturbazione di un uomo non circonciso.

Per concludere…

Il lavoro su repressioni e nevrosi quotidiane di una madre poteva anche essere interessante, ma il trattamento è più che discutibile. Patinato dall’occhio sempre uguale della regia da commedia americana, dalla sua comicità volgare e fracassona, il film risulta stucchevole nella sua prevedibilità e imbarazzante per il livello delle battute. Non ha né il coraggio della quotidianità né quello crudo del trash.

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