Figlia di una tradizione fortunata a livello filmico, Annabelle ha una storia vera alle spalle che fa vivere ancora più da vicino la paura rappresentata nella pellicola. James Wan ha saputo effettuare un abile mix tra realtà e finzione, creando un prodotto finale godibile e gustoso. John Leonetti sarà il regista dello Spin-off in uscita il 2 ottobre, già nell’Evocazione era stato il direttore della fotografia. Il film sarà a basso budget e ricalcherà la storia della bambola. La storia inizia nel 1970; una signora comprò una Raggedy Ann, una bambola di pezza, come regalo di compleanno per sua figlia Donna, a quel tempo studentessa al college, diplomata in infermieristica. Donna condivideva il suo piccolo appartamento con Angie, anche lei infermiera.
Contenta del regalo, Donna decise di sistemare la bambola sul proprio letto, come ornamento.
Pochi giorni dopo, sia lei che Angie iniziarono a notare qualcosa: la bambola sembrava cambiare, di giorno in giorno, la propria posizione. All’inizio si trattava di modifiche a malapena percettibili, un braccio spostato, la testa leggermente inclinata, poi col passare del tempo macroscopiche, gambe accavallate, la bambola coricata sulla pancia anziché sul dorso, com’era stata lasciata, oppure in piedi, a braccia conserte, appoggiata a una sedia; fino a quando non fu ritrovata, per terra, in un’altra stanza.
Diverse volte poi, Donna lasciava, prima di uscire, la bambola sul sofà, finendo col ritrovarla di nuovo in camera sua, sul letto, la porta della stanza chiusa. La bambola non si limitava ad andare in giro, era solita usare pastelli colorati per lasciare strani messaggi su pezzi di carta da forno. Il testo, scritto con calligrafia infantile, variava da “Help us” (“aiutaci” o “aiutateci”), a “Help Lou” (“Aiuta Lou”). A parte l’inquietudine provocata dal rinvenimento di questi bigliettini, Donna giurò che non usava carta da forno, per cui non si spiegava, scartando l’ipotesi che un estraneo stesse facendo loro un brutto scherzo, introducendosi in casa, l’origine di quei pezzi di carta.
Lei e Angie decisero di rivolgersi a un esperto di paranormale quando, di ritorno dal lavoro, trovando, come era già capitato, Annabelle sul letto, rinvenne sulle mani della bambola e sul vestitino delle macchie di sangue.
Il medium a cui si rivolsero raccontò loro la storia di Annabelle Higgins, una bambina morta all’età di sette anni, proprio nel terreno dove ora sorgeva il complesso di residence che ospitava l’appartamento di Donna e Anngie.
Secondo il sensitivo, lo spirito di Annabelle si trovava molto bene in compagnia delle due ragazze e chiedeva il permesso di abitare nel corpo della bambola per essere amata.
Mosse a compassione, le ragazze, tramite il medium, acconsentirono a che Annabelle si muovesse nella bambola. Donna e Anngie avevano un amico di nome Lou che era scettico circa la presenza effettiva dello spirito della bambina e non sopportava la vista di Annabelle, e più volte aveva chiesto a Donna di sbarazzarsene.
Una notte, ospite a casa delle ragazze, si svegliò in preda al panico per scorgere, nel buio completo, Annabelle ai piedi del letto, che saliva pian piano lungo le sue gambe, per piazzarsi sul torace e mozzargli il respiro.
Incubo o no, Donna non si privò della bambola, non ricollegando nemmeno il nome del suo amico ai foglietti rinvenuti mesi prima, su carta da forno.
L’episodio più grave avvenne giorni dopo, in occasione dei preparativi per una gita, e ancora una volta il protagonista fu Lou, il quale, trovandosi in casa per esaminare le cartine stradali, udì forti rumori provenire dalla camera di Donna, come se qualcuno fosse penetrato all’interno e stesse rovistando nell’appartamento.
Lou aspettò che i rumori cessassero per entrare nella stanza. Trovò tutto in ordine, eccetto Annabelle, che appariva essere stata scaraventata in un angolo.
A quel punto, stando a ciò che dichiarò, avvertì una presenza alle spalle. La presenza lo afferrò per il torace e lo ferì, lasciandogli un totale di sette tagli sul petto, tre verticali e quattro orizzontali, che a suo dire bruciavano. Tagli che guarirono completamente, nonostante la gravità, nel giro di due giorni.
Donna si persuase che lo spirito di Annabelle non fosse, dopotutto, un’entità positiva desiderosa d’affetto, così si rivolse a Padre Hegan, della chiesa locale, che a sua volta pregò Padre Cooke di mettersi in contatto con Ed e Lorraine Warren.
A quel tempo, i Warren avevano già una solida fama di investigatori dell’occulto. Lui demonologo, reduce da studi effettuati in ambito ecclesiastico, uno dei sette riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa Cattolica su suolo americano, il solo laico, lei, Lorraine, all’inizio scettica verso la possibile esistenza di fenomeni sovrannaturali, poi scopertasi sensitiva, in grado di vedere presenze ultraterrene.
Interessatisi al caso di Donna e Angie, i Warren conclusero che la bambola non conteneva uno spirito maligno, ma ne era semplicemente manipolata. Gli spiriti infatti non possiedono oggetti, ma persone. Esso usava la bambola per ingannare e dare l’impressione che la stessa fosse animata, con l’unico scopo di essere riconosciuto, accettato, e conseguentemente, dopo aver fiaccato la volontà delle ragazze tramite la paura suscitata dalle manifestazioni legate alla bambola, avere l’opportunità di entrare in un ospite umano.
I Warren chiesero a Padre Cooke di recitare un esorcismo nell’appartamento e, a ulteriore precauzione, portarono con sè la bambola. Bambola che, sistemata sul sedile posteriore dell’auto dei Warren, a quanto sembra manifestò la sua influenza nefasta tentando ripetutamente di mandare il veicolo in collisione, influendo sui freni e sullo sterzo. A dire di Ed Warren, fu necessario accostare, infilare la bambola in un sacco e aspergere con una fiala d’acqua santa, perché tutto finisse e potesse tornare a casa.
Non del tutto appagato, Ed Warren sistemò la bambola nel suo studio, su una sedia. Nelle settimane a venire, Annabelle venne vista levitare e ricadere, senza alcun rumore, e, come era avvenuto a casa di Donna e Angie, iniziò a muoversi in giro per la casa, facendosi trovare in stanze diverse. Quando i Warren rientravano, Annabelle si faceva trovare in cima alle scale, oppure seduta sulla sedia di Ed.
Padre Jason Bradford, in visita ai Warren, parlò alla bambola, dicendole che era solo una Raggedy Ann, che non avrebbe potuto far male a nessuno. Quella sera stessa, di ritorno a casa, i freni della sua auto cedettero e fu convolto in un incidente quasi mortale.
A quel punto, i Warren decisero di costruire la teca all’interno della quale Annabelle si trova ancora oggi. Da quel momento, i fenomeni tipici coi quali Annabelle era solita far pesare la propria presenza cessarono, anche se, i Warren la ritengono responsabile della morte di un visitatore del Museo dell’Occulto che, scettico di fronte alla storia raccontata da Ed, prese a pugni la teca sfidando la bambola a graffiarlo come aveva fatto con Lou. Il visitatore morì di incidente stradale, insieme alla sua ragazza, poco dopo essersi rimesso in viaggio con la sua moto. Questa dunque è la storia di Annabelle. Un sentito ringraziamento va al sito www.bookandnegative.com dal quale sono riuscito a prendere la storia così come l’hanno raccontata i due demonologi, Ed e Lorain Warren.
Articolo di Emiliano Cecere