Alla Ricerca di Dory: recensione, risate e molta commozione

Quando ho saputo dell’uscita di Alla Ricerca di Dory ero indeciso se fosse cosa buona e giusta oppure no. Mi spiego: da una parte questa notizia mi ha reso entusiasta perché appunto questo nuovo film si concentrava sul personaggio migliore (Dory) del film precedente, Alla Ricerca di Nemo. Ammettiamolo, Dory, è uno dei personaggi più divertenti della storia del cinema, animato e non. Dall’altra parte i sequel, si sa, non sono mai all’altezza dei film precedenti.

Il film racconta la storia di Dory e si svolge un anno dopo il primo film. La piccola pesciolina blu durante una lezione con la classe di Nemo ,  ricorda, attraverso un flashback dell’infanzia, che anche lei ha una famiglia, una mamma ed un papà. Decide di cercare quindi la sua famiglia, ma la sua perdita di memoria a breve termine si dimostra spesso un ostacolo. L’unica cosa che si ricorda per certo è che hanno vissuto a Morro Bay, in California. Inizia un viaggio a tre (Dory, Nemo e Marlin) dall’Australia alla California.  Qui i tre si separeranno e Dory, nel centro per la Protezione della Fauna Marina, incontrerà un Polpo molto brusco (non un Octopus ma un Sett-opus, come ricorda spesso Dory, ha sette tentacoli, non otto!), una beluga che crede di aver perso il suo sonar e uno squalo con gravi problemi di vista. Si ricongiungerà ai suoi?

Non vi rivelo il resto del film perché la trama, il finale e lo scopo del viaggio di Dory sono le caratteristiche salienti di questo film. Perché quando stai per vedere questo film con protagonista la simpatica pesciolina ti aspetti grandi risate. Ci sono: grandi (ma non quanto il primo film) e anche minori o semplici sorrisi. Comicamente parlando non è all’altezza del primo film. Ma c’è una cosa che nel film su Nemo non era così presente. Le lacrime. Ho amato e amo il personaggio di Dory ma non avevo mai pensato quanto possa essere anche  triste la vita di qualcuno che perde la memoria così rapidamente. Non mi ero mai soffermato a pensare da dove provenisse Dory, quale storia avesse alle spalle e quante cose e persone (anzi pesci) avesse rimosso dalla sua mente e se questi pesci dimenticati la stessero cercando ancora. Nel film ci sono battute e scene davvero commoventi, oltre quello che ci si possa aspettare.

Dory, in una vasca alla ricerca dei suoi genitori: “Ehi! Avete visto un papà e una mamma ma…senza di me?

E’ una battuta detta da Dory, col tono così naïve che la caratterizza ma è straziante nella sua semplicità e nel suo essere così diretta come sempre.

Quindi ci troviamo di fronte un film divertente (ma non originale come il primo che era totalmente inaspettato) ma anche commovente. Un enorme plauso va fatto alle doppiatrici della pesciolina smemorata: Ellen DeGeneres (versione inglese) e Carla Signoris (in italiano).  La DeGeneres è LA comica donna per eccellenza nel mondo mentre Carla Signoris ha la voce più particolare mai sentita in un doppiaggio, riconoscibile anche tra milioni. Perfette. Eccezionale anche la colonna sonora con un finale musicato con Unforgettable, cover di Sia, che è assolutamente in sintonia col film, sia nel tema (Unforgettable significa “indimenticabile) che nelle emozioni malinconiche che questa canzone, originalmente di Nat King Cole, registrata dal cantante anche in una sublime versione con la figlia Natalie, porta con sé.

 

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