Il nuovo Wolf Man della Universal e Blumhouse, diretto da Leigh Whannell, rappresenta una rivisitazione unica del classico horror del 1941. Questo film horror si allontana dalla tradizionale mitologia dei licantropi per offrire una nuova prospettiva, lontana dalle lune piene e dai proiettili d’argento, e piuttosto ispirata a una malattia simile alla rabbia.
Wolf Man: il nuovo capitolo del mito del licantropo tra trasformazioni e sfide creative
Il protagonista, Blake (Christopher Abbott), si trova a fronteggiare una terribile trasformazione quando viene morso da una creatura mostruosa che vive nei boschi vicini alla sua casa d’infanzia, nell’Oregon rurale. La trama si sviluppa esplorando la lenta trasformazione di Blake, che si ritrova incapace di comunicare con la sua famiglia, vivendo un dramma intimo che si mescola con l’orrore fisico.
Un lungo viaggio di sviluppo e cambiamenti nel cast
Wolf Man ha attraversato diverse fasi di sviluppo prima di arrivare sul grande schermo. Il progetto, che inizialmente vedeva come protagonista Ryan Gosling, ha visto numerosi cambiamenti. Gosling, che ha proposto l’idea alla Universal dopo il successo de The Invisible Man di Whannell, è stato inizialmente coinvolto come protagonista, ma ha dovuto abbandonare il ruolo a causa di conflitti di programmazione. Il regista ha parlato di una “strada tortuosa” nel realizzare questo film, sottolineando come i cambiamenti nel cast e nelle tempistiche abbiano reso il processo complesso ma gratificante. Alla fine, il ruolo principale è stato assunto da Christopher Abbott, un cambiamento che ha dato nuova vita al progetto.
La sceneggiatura: ispirazione dalla malattia e dal lockdown
Whannell e sua moglie, l’attrice Corbett Tuck, hanno scritto la sceneggiatura durante i lockdown del 2020, infondendo nel film temi di isolamento e sofferenza. La malattia che colpisce Blake diventa una metafora della lotta contro malattie devastanti come la SLA (sclerosi laterale amiotrofica), esplorando le difficoltà psicologiche ed emotive che una famiglia affronta quando uno dei suoi membri perde la capacità di comunicare e di riconoscere la propria identità. Il film riflette anche le esperienze personali di Whannell e Tuck, aggiungendo un livello di profondità emotiva alla storia.
Un nuovo approccio al “Dark Universe”
Il film segna anche un allontanamento dal tentativo fallito della Universal di creare un universo cinematografico interconnesso con i suoi mostri classici, conosciuto come il “Dark Universe”. Inizialmente, Wolf Man doveva far parte di questo universo, con un tono più orientato all’azione e una visione in stile Marvel. Tuttavia, dopo il fallimento del remake de La Mummia con Tom Cruise nel 2017, Universal ha deciso di abbandonare quest’idea, dando spazio a un approccio più intimo e meno incentrato sull’azione.
Un film che sfida le aspettative del genere
Con Wolf Man, Whannell ha creato un film che unisce horror e riflessione psicologica, allontanandosi dalla tradizione del genere. La scelta di concentrarsi su una trasformazione interiore piuttosto che su mostri soprannaturali e battaglie epiche rende il film unico, puntando sul dramma umano e sulle sue emozioni più profonde.
Continuate a seguire Mister Movie per tutte le ultime novità riguardanti il cinema, gli horror più inquietanti e i reboot di successo! Non perdere le prossime uscite e rimani aggiornato su tutti i dettagli del mondo dello spettacolo.