Willem Dafoe sarà Pasolini nel biopic di Abel Ferrara

Sono le 6:30 del 2 Novembre 1975, una donna trova un corpo martoriato sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia.

L’uomo è stato percosso a morte ed investito con la sua stessa auto. Sarà un amico della vittima, Ninetto Davoli, a confermarne l’identità.

Si tratta di Pier Paolo Pasolini. Figura di spicco della cultura italiana, regista, drammaturgo, scrittore, giornalista e cineasta si mostrò sempre critico nei confronti della società borghese, delle rivolte del Sessantotto, della Chiesa e della politica. Fece scelte coraggiose sia nella sua vita privata che come artista e osservatore dei costumi degradati della Repubblica dello stivale.

Tra i romanzi più significativi di Pasolini troviamo “Ragazzi di Vita” (1955) che fruttò all’autore un’accusa di oscenità e pornografia poiché trattava della prostituzione omosessuale giovanile e “Una Vita Violenta” (1959).

Molti dei film che girò vennero ambientati nella sua amata e odiata Roma che gli servì spesso come cartina di tornasole per rappresentare ciò che c’era di marcio nell’Italia dell’epoca (e che c’è ancora…).

Film come “Mamma Roma” (1962), “La Rabbia” (uscito nel 1963, vi collaborò Giovanni Guareschi), “Teorema” (1968) e “La Trilogia della Vita” composta da “Il Decameron” (1971), “I Racconti di Canterbuty” (1972) e “Il Fiore delle Mille e una Notte” (1974) sono solo alcuni dei lungometraggi attraverso i quali Pasolini portò sul grande schermo l’ipocrisia e il dramma dell’esistenza.

Preso di mira da buona parte dell’opinione pubblica per la sua omosessualità, divenne presto un personaggio scomodo e le circostanze dell’omicidio, benché venne arrestato il colpevole (o presunto tale), non furono mai chiarite del tutto. Ancora oggi molti pensano che Pino Pelosi, ragazzo di vita e boia di Pasolini, sia stato usato come capro espiatorio o sia stato addirittura pagato per togliere di mezzo il regista.

La verità, forse, non si conoscerà mai…

Sarà Abel Ferrara, simile a Pasolini per la sua visione disincantata e drammatica del mondo (da vedere “Il Cattivo Tenente”, 1992), a dirigere la pellicola che parlerà proprio degli ultimi giorni di vita del regista italiano.

Invece, a dare corpo e volto al compianto drammaturgo sarà Willem Dafoe, spesso protagonista di pellicole controverse (lo vedremo presto in “Nymphomaniac” di Lars Von Trier e in “The Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson).

Le riprese cominceranno la prossima settimana a Roma.

Qualsiasi società sarebbe stata contenta di avere Pasolini tra le sue file. Abbiamo perso prima di tutto un poeta. E poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo.

Alberto Moravia, estratto dall’Orazione funebre per Pasolini (5 Novembre 1975)

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