Vivere il cinema: creare le storie e gli ambienti dell’Harry Potter Summer Camp

Abbiamo cominciato a parlare di che cosa significhi vivere il cinema oltre il cinema, a proposito dell’Harry Potter Summer Camp. Ma non è finita, perché per rendere quel coinvolgimento e quell’atmosfera di cui abbiamo parlato, ci vuole molto di più.

Quello che serve è ricreare il più possibile un’ambientazione affine a quella di Hogwarts, e la cosa comincia con quello che è, a ben vedere, la prima scelta anche di qualsiasi produzione cinematografica: la location. È vero, pensare di avere materialmente un castello simile a quello dove si muovono Harry, Ron e Hermione è fisicamente impossibile (a meno di andare a Oxford, che effettivamente è stata location del film), ma ci si può andare vicini riuscendo a trovare una struttura lontano dalla città, che sia in grado di accogliere per vitto e alloggio un centinaio di persone (perché tante sono) tra studenti e animatori. E quello si trova, nella provincia piemontese, con spazi aperti all’interno dell’area. A questo punto, ciò che serve è cominciare ad “arredare” gli interni.

Fatto quello, tocca agli ambienti che vengono utilizzati per le lezioni: dall’aula di Pozioni a quella di Storia della Magia, passando per Incantesimi e Difesa Contro le Arti Oscure. Qui si vede la fantasia degli animatori, unita agli studi di chi frequenta scuole di cinema e teatro. Ricreare in modo tangibile delle atmosfere di mondi che tecnicamente sono inesistenti, non è affatto semplice. Ma l’abilità è quella di andare oltre la forma bidimensionale e anche oltre quella della terza dimensione vissuta con gli occhialini scuri sul naso. Gli arredi degli ambienti (e in particolar modo le suppellettili, l’oggettistica e i materiali spesso usati dagli studenti stessi) sono anche spesso curati artigianalmente dagli animatori stessi.

Se avere di fronte a sé un barattolino di Amortentia o di Algabranchia fa sicuramente un po’ effetto, per la cura messa nel creare questi oggetti di scena, a creare atmosfera sono anche musiche inserite di sfondo alle lezioni e alle attività. Come se davvero si stesse vivendo in diretta un film, in quel momento. Ed è quello lo scopo di un tipo di esperienza simile, per come viene elaborato dal lato della produzione.

D’altronde, vi si dà anche una trama. Lo abbiamo accennato precedentemente, e ora approfondiamo l’argomento. Come personaggi di una rappresentazione cinematografica, gli animatori sono anche attori e interpreti di precisi individui all’interno dell’Harry Potter Summer Camp. Insegnanti con un carattere e una storia, che si rapportano di conseguenza ad altri personaggi. Interagendo con gli studenti, dunque, è davvero come se vivessero all’interno di una rievocazione nata dall’atmosfera cinematografica. Un esempio? La primissima distinzione è che gli studenti, come notiamo da qualche foto qui pubblicata, vestono in divisa, mentre i docenti hanno abbigliamento libero (ispirato e legato al loro personaggio, ma fondamentalmente libero): chi scrive, ovviamente, non era in divisa da studente… E si è sentita salutare con il “Lei”, come ci si rivolge a chi svolge il ruolo d’insegnante. Significa avere una massima immersione nel mondo in cui si è. Andando avanti, è facile vedere come anche tra loro si muovano sia con la massima tranquillità e simpatia umana, che con il giusto spirito di competizione tra una Casa e l’altra (e, inter nos, forza Serpeverde).

Nell’attesa di avere nuove informazioni e dell’uscita del prossimo lavoro cinematografico tratto da un’opera della Rowling, a proposito di Newt Scamandro, fare un salto nella Hogwarts italiana dell’Harry Potter Summer Camp, prossimo alla decina edizione, prima realtà mondiale di questo genere, potrebbe essere un’ottima idea…

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