Torino Film Festival 2016: ecco i vincitori della 34a edizione!

Si conclude il Torino Film Festival 2016, arrivato alla 34a edizione ha regalato ampie anteprime e ricche emozioni. Primo tra tutti sicuramente Sully, nuovo film di Clint Eastwood presentato in anteprima nella seconda giornata di Festival (qui la nostra recensione), ma anche il movie dedicato a Roberto Bolle.

Adesso è il momento di presentare i vincitori di questo TFF34! La giuria internazionale presieduta da Ed Lachman (USA, presidente), Don McKellar (Canada), Mariette Rissenbeek (Germania), Adrian Sitaru(Romania), Hadas Yaron (Israele). Ha così decretato:

Miglior film

– Juan Zeng Zhe / The Donor di Qiwu Zang

Motivazione: «Siamo onorati di assegnare il premio a un film così meravigliosamente penetrante e così poetico nella narrazione, nella performance, nella comprensione del mondo in cui proviamo a vivere. Pensiamo di aver trovato una nuova voce del cinema cinese che ci arricchirà tutti».

Premio Speciale della giuria – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

– Los decentes di Lukas Valenta Rinner

Motivazione: «Questo film ci porta in un viaggio con Belén, una collaboratrice domestica di una ricca famiglia in un quartiere sorvegliato e recintato, che trova una via di fuga dal suo mondo claustrofobico quando scopre una comunità di nudisti che vive al di là del recinto. Los decentes esplora con grande sensibilità e penetrante spirito di osservazione l’impatto che questa nuova libertà ha sulla vita della donna. Allo stesso tempo, questa libertà provoca la reazione della borghesia del quartiere. Diamo il Premio Speciale della Giuria a questo film audace e originale»

Premio per la Miglior attrice

– Rebecca Hall per il film Christine di Antonio Campos

Motivazione: «L’attrice, con una fortissima presenza scenica e le molte sfumature della sua performance è riuscita a ritrarre perfettamente un personaggio commovente che è in conflitto emotivo con se stesso».

Premio per il Miglior attore

– Nicolas Duran per il film Jesus di Fernando Guzzoni

Motivazione: «Per un ritratto molto credibile, che veicola una gamma di emozioni, da parte di un talento così giovane e promettente».

Premio per la Miglior sceneggiatura

– Juan Zeng Zhe / The Donor di Qiwu Zang

Motivazione: «Forse saremmo stati influenzati dall’ambiente che ci circonda, ma la giuria è rimasta colpita da questo film duro ed emotivamente devastante, che mostra come la tradizione del Neorealismo italiano sia ancora viva in angoli remoti del globo».

Premio del pubblico

– Wir Sind die Flut / We Are the Tide di Sebastian Hilger

2) PREMIO FIPRESCI

– Les derniers parisiens di Hamè Bourokba e Ekoué Labitey

Motivazione: «Una storia attuale raccontata con empatia e urgenza, con un tocco leggero. Les Derniers Parisiens narra il difficile rapporto tra due fratelli migranti che cercano di sbarcare il lunario a Parigi. Offre uno sguardo della vita a Pigalle e scorci sulle molte storie accennate sullo schermo».

3) PREMIO CIPPUTI

– Lao Shi / Old Stone di Johnny Ma

Motivazione: «Per lo stile sospeso fra la cronaca vera e lo stato d’allucinazione con cui Johnny Ma segue la fulminante odissea tragica di un taxista rimasto coinvolto in un incidente stradale. La responsabilità non era sua, ma il senso di colpa per avere fatto sprofondare un ragazzino in coma profondo è ossessivo: niente e nessuno lo aiuteranno, né gli amici, né la famiglia sempre meno comprensiva e affettuosa, né tanto meno gli squali burocrati delle società d’assicurazione. La perdita del lavoro quotidiano provoca un fatale smarrimento dell’identità. Ognuno è solo sul cuore della terra, e il buio si avvicina».

4) INTERNAZIONALE DOC.

Miglior film

– Houses Without Doors di Avo Kaprealian

Motivazione: «In una situazione impossibile, ci fa vedere l’impossibile – dal balcone di casa egli guarda il mondo intero. Ci fa sentire come i siriani e gli armeni rappresentino tutta l’umanità e ci restituisce la fiducia nella capacità del cinema di aiutare tutti gli essere umani a esistere e a resistere in ogni epoca».

Premio Speciale della giuria

– Attaque di Carmit Harash

Motivazione: «Perché si pone nel cuore del caos sollevando interrogativi sulle tante immagini che ci circondano, con uno spirito libero e con uno humour che aiutano a prendere le distanze e a sconfiggere la depressione, perché propone di non credere alle immagini ma trattarle in modo originale e nuovo».

5) ITALIANA DOC.

Miglior Film

– Saro di Enrico Maria Artale

Motivazione: «Un viaggio alla ricerca di un padre mai conosciuto. Un documentario intimo e spiazzante diretto con incredibile lucidità e rigore. L’autore riesce a trattare la sua storia con intensità e coraggio, attraverso una struttura narrativa coinvolgente dove la dimensione personale diventa universale».

Premio Speciale della giuria

– Moo Ya di Filippo Ticozzi

Motivazione: «Un documentario intenso e raffinato. Uno sguardo poetico che scava un territorio segnato da un trauma di violenza e morte la cui memoria è viva nel protagonista Opio e nelle persone che incontriamo. Il regista riesce a creare con sensibilità e rigore una vera mimesi tra la temporalità filmica ed il tempo sospeso della vita quotidiana dove la natura è una lunga lacrima colorata».

Menzione speciale

– A Bitter Story di Francesca Bono

Motivazione: «La giovane autrice decide di confrontarsi con una delle questioni sociali più imminenti: l’integrazione. Gli adolescenti di una piccola comunità cinese che affrontano le decisioni sul proprio futuro sospesi in un limbo identitario e territoriale. Un approccio formale e psicologico audace che fa uso della messa in scena non escludendo momenti di autentica intimità, riuscendo così ad andare oltre il realismo frontale senza perdere la sincerità».

6) ITALIANA CORTI

Premio Chicca Richelmy per il Miglior film

– Ex voto di Fabrizio Paterniti Martello

Motivazione: «Il film racconta la tradizione di un luogo diviso fra sacro e profano e ci restituisce poeticamente l’immagine di un’Italia divisa tra tradizione e modernità».

Premio Speciale della giuria

– Il futuro di Era di Luis Fulvio

Motivazione: «Il film scolpisce la metafora della condizione umana. Propone una chiave di lettura attuale della continua e ossessiva ricerca della bellezza attraverso la sua distruzione».

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