Spesso i set cinematografici dei grandi kolossal americani vengono raccontati, da chi li ha vissuti in prima persona, come luoghi infernali dove il caos vige sovrano. Tanti sono gli attori che concluso un film non osano più rivederlo, come nauseati da quei ricordi di duro lavoro. Del resto lo stesso Federico Fellini affermava di non aver più nessun interesse verso i suoi precedenti film, già da qualche giorno prima della conclusione del progetto stesso, un capitolo chiuso per sempre. Il maestro italiano raccontava la personale esperienza cinematografica come una dipendenza, nemmeno lui comprendeva il motivo che lo portava a iniziare nuovi film, sapendo già cosa aveva in serbo il futuro per lui.
L’eccezione che conferma la regola pare essere proprio Peter Jackson, con le sue trasferte in Nuova Zelanda dove gli attori, tornati dai set cinematografici, paiono una scolaresca di ritorno dalla gita di fine anno. A testimoniarlo sono, per esempio, le dietro le quinte della trilogia Il Signore degli Anelli, dal cortometraggio di Sean Astin, The Long and Short of It, al paracadutismo e il bungee jumping di Orlando Bloom, fino alle lunghe passeggiate a cavallo di Viggo Mortensen.
Anche Lo Hobbit pare procedere sulla stessa strada, come possiamo leggere dai post di Peter Jackson su Facebook, che raccontano di un’esperienza entusiasmante e divertente. Nonostante tutti gli svaghi e le distrazioni a disposizione degli attori sul set, il terzo capitolo di Lo Hobbit non ha subito nessun contrattempo, anzi, pare che sia in anticipo sulla tabella di marcia. Infatti il regista ha affermato di aver già mostrato il prodotto, nel suo ormai montaggio definitivo alle case di produzione Warner Bros e MGM.
Dopo aver discusso del progetto la produzione assieme al regista ha deciso di cambiare il titolo del terzo capito, inizialmente chiamato There and Back Again, in italiano Racconto di un Ritorno a Casa. Infatti l’idea precedente alla realizzazione di La Desolazione di Smaug, era quella di comprendere nel secondo capitolo l’intero conflitto tra il drago Smaug e Bilbo Baggins, cosa che non è avvenuta. Il terzo capitolo quindi è risultato diverso dall’idea originale, incentrandosi maggiormente nella battaglia dei cinque eserciti, avvenimento da cui prende spunto il nuovo titolo. Per questo motivo se deciso di nominare il film The Battle of Five Armies, in italiano La Battaglia dei Cinque Eserciti.
Il regista ha inoltre affermato che il vecchio titolo verrà probabilmente utilizzato per nominare il futuro cofanetto che comprenderà la trilogia completa, ma ha anche successivamente detto che è ancora troppo presto per parlarne e che ora è unicamente concentrato sul capitolo finale. Inoltre a rivelato che presto uscirà una versione del La Desolazione di Smaug, con un’aggiunta di 25 minuti di scene inedite. Per Lo Hobbit: The Battle of Five Armies dovremmo invece attendere fino il 17 dicembre.
A cura di Paolo Rovatti.