Squid Game è diventato un fenomeno globale non solo per i suoi giochi letali e adrenalinici, ma anche per il modo in cui affronta temi sociali profondi. Attraverso storie di disperazione e ingiustizia, lo show offre uno specchio della società, evidenziando problemi reali come la disuguaglianza economica e il senso di impotenza di fronte a un sistema che schiaccia i più deboli.
La realtà dietro la storia di Gi-hun: lo sciopero di Ssangyong Motor
Uno degli aspetti più significativi di Squid Game è il viaggio di Gi-hun, un uomo comune travolto da debiti e difficoltà economiche. La sua storia si ispira a un evento reale: lo sciopero automobilistico di Ssangyong Motor del 2009 in Corea del Sud.
In quell’anno, oltre 2.600 lavoratori persero il posto, circa il 43% della forza lavoro dell’azienda. Questo licenziamento di massa portò a un sit-in di protesta di 77 giorni, segnando uno dei momenti più drammatici nella storia sindacale del Paese. Hwang Dong-hyuk, il creatore di Squid Game, ha dichiarato di essersi ispirato a questo evento per mostrare come chiunque, anche appartenente alla classe media, possa precipitare rapidamente in una spirale di difficoltà economiche.
Gi-hun incarna questo dramma umano: da lavoratore leale e padre affettuoso, si ritrova indebitato e disperato, offrendo un ritratto realistico di milioni di persone che vivono situazioni simili in tutto il mondo.
Ali e le ingiustizie vissute dagli immigrati
Un altro personaggio che ha colpito il pubblico è Ali, un lavoratore immigrato che lotta per sopravvivere in un Paese straniero. La sua storia riflette le esperienze personali di Hwang Dong-hyuk, che ha vissuto episodi di discriminazione durante i suoi soggiorni all’estero. Attraverso Ali, lo show esplora le difficoltà affrontate da chi vive lontano dalla propria terra, spesso sfruttato e trattato ingiustamente.
Il parallelo con l’oscuro passato della Brothers Home
Anche se Squid Game è una storia di fantasia, richiama tragici eventi reali come quelli della Brothers Home, un’istituzione di Busan negli anni ’70 e ’80. Questo luogo, sotto il pretesto di riabilitare i senzatetto, era in realtà un campo di lavoro forzato dove i detenuti subivano abusi e torture.
In modo inquietante, alcune punizioni erano chiamate “giochi”, come il crudele “gioco di Hiroshima”, in cui le persone venivano appese a testa in giù e picchiate. Questi eventi, verificatisi sotto il regime di Chun Doo-hwan, evidenziano una realtà brutale che trova eco nelle dinamiche di Squid Game. Il parallelismo sottolinea quanto sia sottile il confine tra realtà e finzione, e quanto le strutture oppressive possano sfruttare i più deboli.
Le ispirazioni di Hwang Dong-hyuk: dai manga survival alla lotta di classe
Durante un periodo di difficoltà finanziarie nel 2008, Hwang trovò conforto nei manga giapponesi di genere survival, che esplorano temi di sopravvivenza estrema e disperazione umana. Questi racconti lo ispirarono a scrivere la prima bozza di Squid Game, mescolando le sue esperienze personali con riflessioni più ampie sulla disparità economica.
Nel mondo di Squid Game, i VIP, spettatori ricchi che osservano i giochi mortali come un semplice intrattenimento, rappresentano l’indifferenza della classe dominante verso le sofferenze dei più poveri. Questa dicotomia mette in luce un sistema profondamente ingiusto, dove la sopravvivenza diventa una questione di compromessi morali.
Un messaggio universale sulla disuguaglianza
Squid Game ha colpito il pubblico perché riesce a intrecciare intrattenimento e critica sociale. La storia di Gi-hun e degli altri concorrenti non parla solo di giochi estremi, ma del peso insostenibile di un sistema economico che favorisce pochi a discapito di molti. La serie ci ricorda che dietro la disperazione dei personaggi ci sono problemi reali, che continuano a colpire milioni di persone.
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