Sir Ian McKellen rende tributo ad Alan Rickman

Lo avevamo già detto ieri, che il mondo del cinema stava tributando addio e onori ad Alan Rickman: così, dopo J. K. Rowling ed Emma Watson, e oltre a Daniel Radcliffe, anche Ian McKellen tributa e ricorda Rickman, con il quale ha lavorato per il film tv Rasputin – Il demone nero. Scarsamente conosciuto in Italia a causa della distribuzione solo in home video, nel 1996 il film valse il Golden Globe proprio a McKellen e a Rickman, e a quest’ultimo anche un Emmy Award e uno Screen Actors Guild Award.


Sono davvero tantissime le cose da dire a proposito di Alan Rickman, innumerevoli. La sua carriera è stata di altissimo livello sia a teatro che al cinema, e ovviamente come regista. Il film Le Regole Del Caos deve essere il suo ultimo lascito, e la sua interpretazione di Luigi XIV dovrebbero avere un più vasto pubblico, quello che meritano.

Oltre a una carriera per la quale il mondo dovrebbe essergli riconoscente, era costantemente disponibile ad aiutare gli altri. Dalle istituzioni come la RADA [Royal Academy of Dramatic Arts, ndr], le altre persone singole, e indubbiamente me, il suo consiglio era sempre ben preciso. Ha fatto della filantropia liberale il cuore della propria vita. Lui e Rima Horton [la moglie, ndr] (50 anni insieme) sono sempre stati in cima alla mia ideale lista degli ospiti per una cena. Alan sapeva essere divertente, sdegnato, pettegolo e generoso. Ma tutto questo piano, educatamente, con la sua voce così unica e particolare, come quelle di Edith Evans, John Gielgud, Paul Scofield, Alec Guinness, Alastair Sim o Bowie: persone senza pari.

Quando lui interpretava Rasputin, io interpretavo lo Zar Nicola. Le riprese erano iniziate prima che io arrivassi a San Pietroburgo. Nel momento in cui entrai nella stanza d’hotel, squillò il telefono. Era Alan, che mi salutava domandandomi se il volo fosse stato piacevole e se avrei gradito raggiungere lui, Greta Sacchi e il resto dello staff al ristorante, in mezz’ora. Alan, il leader, il protagonista che si preoccupava. Durante le riprese, scoprì che lo staff russo aveva pasti nettamente peggiori dei nostri. Protestò per la cosa, ed ebbe successo. Durante il primo giorno di riprese, poco apprezzò il modo di fare paternalistico e un po’ superiore e prepotente che il regista [Uli Edel, ndr] teneva con me. Vedendo come io mi sentissi mortificato, Alan snocciolò un preciso riassunto della mia carriera, e richiese veementemente che il regista mettesse maggior impegno.

Oltre a quel volto apparentemente triste e bellissimo anche nei momenti di ilarità, oltre alla incredibile educata indifferenza e alla sua naturale eleganza, in Alan c’era uno spirito molto attivo, sempre alla ricerca di un nuovo obiettivo. Quasi un supereroe dimesso, eppure sempre efficiente.

Avrei davvero voluto che avesse interpretato Rea Lear e altri ruoli classici, ma questo significa essere avidi. Lascia una incredibile quantità di fans e amici. Grati e in lutto.

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