Ryan Reynolds, l’attore noto per il suo ruolo in ‘Deadpool’, ha espresso la sua mancanza per Robin Williams, affermando che “praticamente tutti” sentono la sua assenza. Reynolds, 46 anni, ha fatto queste dichiarazioni dopo aver ricevuto il premio ‘Robin Williams Legacy of Laughter’ il 8 ottobre durante il gala annuale ‘Bring Change to Mind’, un evento che promuove l’importanza della salute mentale.
L’attore di Deadpool Ryan Reynolds riceve il prestigioso premio ‘Robin Williams Legacy of Laughter’
Su Instagram, ha scritto: “Mi manca Robin Williams. Sono abbastanza sicuro che manchi a tutti. I suoi figli hanno trasformato il suo lascito in una lettera d’amore vivente e pulsante per il bene. È stato un grande onore ricevere il premio ‘Robin Williams Legacy Award’ la scorsa settimana al gala annuale ‘Bring Change to Mind’ a New York. L’incomparabile @glennclose ha avviato @bringchangetomind, la cui missione è porre fine allo stigma e alla discriminazione legati alla malattia mentale. Glenn salva letteralmente vite dando spazio a queste conversazioni. Amo questa donna.”
Robin Williams, star di ‘Mrs. Doubtfire’, si è tolto la vita all’età di 63 anni nell’agosto 2014 dopo anni di lotta contro la depressione, lasciando i suoi tre figli Zak, 40 anni, Zelda, 34 anni, e Cody, 31 anni. L’autopsia ha rivelato che il comico soffriva di demenza a corpi di Lewy, che può causare cambiamenti comportamentali, tra cui allucinazioni, deliri o variazioni dell’umore.
Ryan Reynolds è il settimo vincitore del premio ‘Robin Williams Legacy of Laughter’, con i figli di Robin che scelgono il vincitore ogni anno in onore del loro padre e del suo lascito comico. Tra i precedenti vincitori ci sono Whoopi Goldberg, Ben Stiller, Dan ed Eugene Levy, Billy Crystal, la famiglia di Will Smith e Melissa McCarthy.
Ryan, che ha quattro figli con sua moglie Blake Lively, 36 anni, è stato aperto riguardo alle sue lotte con la salute mentale, raccontando a CBS Sunday della sua battaglia contro l’ansia mentre si prepara ad apparire davanti alla telecamera: “Mi ricordo che ero dietro le quinte prima che si aprisse il sipario e pensavo: ‘Morirò. Sto letteralmente per morire qui. Il sipario si aprirà e io sarò, sarò solo un concerto di vomito, proprio, tipo, accadrà qualcosa di orribile!’ Ma non appena si apre quel sipario… è come se prendesse il sopravvento questo piccolo individuo. Ed è come se dicesse: ‘Ce la faccio. Stai tranquillo.’ Sento il mio battito cardiaco calare, la mia respirazione tranquillizzarsi, e divento una persona diversa. E lascio quell’intervista pensando: ‘Dio, mi piacerebbe essere quel tipo!'”